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Morte Rebellin, confermata l’accusa al camionista: omicidio stradale con l’aggravante della fuga

Per Wolfsgang Rieke non ci sarà possibilità di libertà condizionata o arresti domiciliari: il 63enne camionista tedesco che nel novembre 2022 inverì e uccise in strada Davide Rebellin resterà in carcere fino al processo. Confermata anche l’accusa, di omicidio stradale aggravato dal tentativo di fuga.
A cura di Alessio Pediglieri
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Wolfgang Rieke resterà in carcere e non uscirà se non per recarsi in tribunale ed assistere al processo che lo vede imputato per la morte di Davide Rebellin. Il camionista tedesco, nel novembre 2022 investì e uccise con una manovra azzardata il 51enne ciclista veneto, senza soccorrerlo e tentando di darsi alla macchia. Ora il tribunale di Vicenza ha confermato le accuse: dovrà rispondere del reato di omicidio stradale con l'aggravante della fuga.

C'è stato un ulteriore tentativo per convincere i giudici di poter trascorrere l'attesa del processo fuori dal carcere ma ancora una volta la richiesta della difesa di Rieke è stata totalmente respinta al mittente. Il Tribunale di Vicenza, nella figura del giudice Nicolò Gianesini, ha confermato il carcere con giudizio immediato nei confronti del 63enne tedesco, reo di aver ammazzato Davide Rebellin e soprattutto di non aver nemmeno provato a soccorrerlo, preferendo prima la fuga e poi cercando di nascondere le proprie tracce.

La nuova richiesta da parte degli avvocati della difesa era quella di sostenere la mancanza di elementi di rischio di fuga o inquinamento delle prove, chiedendo la scarcerazione di Rieke, in attesa del processo. Si è chiesto così al Tribunale vicentino che il camionista fosse messo ai domiciliari o, in alternativa, gli fosse data la possibilità della libertà vigilata con l’utilizzo del braccialetto elettronico. Entrambe le richieste sono state totalmente respinte e Rieke proseguirà ad attendere il proprio destino giuridico dietro le sbarre della prigione di Vicenza.

Non è la prima volta che si è richiesta la scarcerazione ma l'analisi della vicenda ha portato il Tribunale ad evitare qualsiasi possibilità di creare ulteriori problematiche. Dopotutto, dal giorno in cui travolse mortalmente Davide Rebellin sulle strade di Montebello Vicentino, sono serviti mesi per riuscire a fermare Rieke e a incriminarlo. Era riuscito a ritornare in patria, in Germania, poi venne estradato a seguito di un mandato di cattura internazionale e rimandato in Italia. Nel mezzo, la ricostruzione sconcertante di quanto avvenne nell'autunno del 2022, quando Rieke non solo si rese conto di aver investito Rebellin, ma si diede alla fuga e cercò di cancellare le tracce dell'incidente.

Rieke è in attesa di processo, già fissato: dovrà comparire davanti al giudice Giulia Poi il 24 novembre 2024 alle ore 9:15 e lo farà attendendo dietro le sbarre della prigione di Vicenza. "Ancora una volta ha ribadito di essere dispiaciuto" aveva fatto di nuovo sapere nei giorni scorsi attraverso il proprio avvocato, Andrea Nardin che aveva consegnato una lettera ai familiari di Rebellin, poi in parte resa pubblica: "Chiedo ancora perdono per aver causato la tragedia" aveva scritto Rieke. Un pentimento che però arriva in modo tardivo e che non è servito per ottenere la libertà condizionata.

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