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Tour de France 2023

La 19a tappa del Tour corsa a 50km/h, un tempo da record: “Nemmeno col motorino ci state dietro”

La 19a tappa ha fatto registrare il record di velocità media di questa edizione del Tour, la quinta più alta nella storia di tutta la Grande Boucle. L’ennesima impressionante prova di forza sottolineata anche dagli italiani Bettiol e Trentin, stremati all’arrivo: “Voi dalla TV non avete l’idea di quanto si vada veloce”
A cura di Alessio Pediglieri
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Doveva essere una tappa piuttosto tranquilla la 19a del Tour de France e invece si è trasformata in una vera e propria ‘classica' dove i corridori si sono dati battaglia sin da subito, a ritmi pazzeschi. Tanto che al traguardo. dove ha trionfato Matej Mohoric, il cronometro ha fermato il tempo ad una media impressionante: quasi 50km orari, sui 173 chilometri che separavano Moirans-en-Montagne da Poligny.

Per la precisione, i 172, 8 chilometri di giornata sono stati percorsi ad una media di 49,13km/h che ha confermato come la 19a tappa sia al momento quella in cui la velocità è stata la più alta in assoluto. Fino a venerdì 21 luglio, in tutta la storia della Grande Boucle la Moirans-en-Montagne – Poligny è la quinta frazione più veloce di sempre, escluse le prove a cronometro. Il tutto su un terreno non perfettamente pianeggiante, visto che per 4/5 del percorso ci sono stati continui saliscendi che hanno di fatto frazionato il gruppo in più parti, regalando diverse fughe di giornata.

La tappa 4 del Tour de France 1999 da Laval a Blois è ancora in testa alla classifica con 50,36 km/h di media ma la 19a tappa del Tour 2023 ha messo davvero a dura prova tuti i ciclisti reduci da tre settimane tra Pirenei e Alpi già sostenute a velocità folli, sia in discesa sia in salita dove la sfida a due tra Vingegaard e Pogacar ha regalato alcuni attimi di potenza impressionante sulle salite più dure.

A permettere il record di velocità di giornata sono state le diverse fughe con cui i ciclisti non si sono dati tregua e che ha visto anche oggi la classica fuga-bidone andare in porto al traguardo. Dove non è mancata la suspence finale con il classico fotofinish per stabilire il vincitore tra Mohoric e Asreen. Due dei tre, insieme ad O'Connor che negli ultimi chilometri hanno fatto qualcosa di straordinario reggendo al ritorno degli inseguitori che non sono riusciti però a colmare il divario di 20″.

A sottolineare l'impressionante prova di forza e le velocità sostenute, sono state anche due italiani, Alberto Bettiol e Matteo Trentin che sono stati protagonisti nelle varie fughe e si trovavano all'interno del gruppetto che non è riuscito a riprendere i tre, arrivati poi al traguardo per primi. "Si scherza, si scherza, ma si va forte ragazzi, si va davvero forte" ha sottolineato l'italiano della UAE. "Dalla TV non vi rendete conto di quanto si vada, è una cosa assurda" ha poi aggiunto il compagno di Pogacar.

"Se a casa avete un motorino 50, se non è truccato non ci state dietro" ha infine chiosato rivolgendosi alle telecamere Rai nell'intervista post tappa. A fargli replica e a ribadire il concetto ci ha pensato anche Alberto Bettiol: "Ancora non riesco a capire come siano arrivati i tre davanti perché noi dietro si andava a tutta, in otto. E non erano otto qualunque" ha poi spiegato il corridore della EF Education Easypost. E gli otto erano infatti: Philipsen, Pedersen, Pidcock, Mezgec, Laporte oltre ovviamente ai due italiani. Con Bettiol che chiude con una battuta: "Tolti me e Matteo, per il resto c'erano insomma i migliori al mondo all'inseguimento… e i tre davanti, chapeau!".
Tanto di cappello, a quasi 50 km/h.

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