Jonas Vingegaard e il mancato arrivo a Madrid per le proteste alla Vuelta: “Una m*rda finire così”
Jonas Vingegaard ha trionfato sulle salite tra i Pirenei della Vuelta 2025, prendendosi un meritatissimo trionfo che rappresenta a stagione oramai conclusa il fiore all'occhiello del capitano danese della Visma | Lease a Bike. Un successo che è finito in un docufilm girato dal suo team e che racconta tutto ciò che è avvenuto durante i 21 giorni di corsa in Spagna, anche per ciò che riguarda il contesto e le proteste che hanno accompagnato i ciclisti fino alla fine della Vuelta che non è mai arrivata a Madrid, con il conseguente disgusto di Vingegaard in persona: "Una m*rda finire in questo modo, è una m*rda".
Vingegaard al momento della conferma dell'interruzione dell'ultima tappa della Vuelta: "Una m*rda"
"Ma hai comunque vinto", dice un membro della squadra della Visma ad un Jonas Vingegaard mentre il danese, già in maglia rossa, entra nell'auto dopo aver appreso che l'ultima tappa a Madrid è stata cancellata. "Gara interrotta, gara interrotta," aveva infatti comunicato radio corsa alle varie ammiraglie che poi hanno provveduto a raggiungere i rispettivi corridori, per diramare l'interruzione dell'ultima tappa, senza l'arrivo a Madrid, a causa dei violenti disordini lungo il tracciato fino al traguardo. "Sì, ma…" risponde a bassa voce, deglutendo a fatica, Vingegaard con occhi bassi e sguardo perso. Un silenzio imbarazzato regna nell'aria, per poi amaramente sbottare "E' una m*rda finire così, una m*rda".
Il docufilm della Visma, il disgusto di Vingegaard la scena più suggestiva e umana
Vingegaard annuisce, serio, senza alcuna gioia. Nessuna euforia, nessuna urla, nessun abbraccio per aver comunque conquistato ufficialmente la corsa, solamente rassegnazione e disgusto. Una scena diventata una delle più suggestive del documentario "Here to Win", la produzione lanciata da Visma | Lease a Bike in cui la squadra olandese mostra il lato più umano dei suoi corridori, combinando immagini inedite, conversazioni private e momenti di tensione che ritraggono la durezza della vita quotidiana in un Grande Giro.
Un documentario che non si limita ai trionfi, ma rivela anche i dubbi, i conflitti interni e le emozioni represse tra cui quella di Vingegaard. La sua reazione alla notizia dell'annullamento riflette il vuoto lasciato da un trionfo senza finale, la sensazione di aver vinto senza poter festeggiare, cosa che avverrà puntualmente, su dei frigo improvvisati per podio, in un parcheggio.
