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Un avversario chiede scusa a Beckham dopo 20 anni: “Fui un idiota, tanto non gliene importerà un…”

L’ex nazionale scozzese Duncan Ferguson chiede scusa a David Beckham dopo più di 22 anni: “Allora, mi dispiace. Anche se non gliene importerà un c…”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Duncan Ferguson 22 anni fa non raccolse la mano tesagli da David Beckham, si comportò in maniera antisportiva, per non dire maleducata, e lasciò con un palmo di naso uno dei calciatori più iconici e noti a livello planetario. Oggi l'ex attaccante scozzese se ne pente, capisce di aver sbagliato e se potesse tornare indietro si comporterebbe diversamente. Intanto chiede scusa all'attuale proprietario dell'Inter Miami, "anche se non gliene importerà un c…". Lo stesso trattamento rude peraltro Ferguson lo riservò anche a un altro campionissimo come Cristiano Ronaldo: insomma per lui era un modo per mostrarsi un "duro".

Chi era Duncan Ferguson, un duro sui campi di calcio

Questo del resto è stato Duncan Ferguson, uno dei più grandi duri mai visti su un campo di calcio. Non solo era famoso per i suoi litigi fuori dal terreno di gioco – incluso il fatto di aver mandato in ospedale un ladro dopo che si era introdotto nella sua casa di famiglia – ma in partita non aveva paura di niente e nessuno, fino ad arrivare ad essere condannato nel 1995 a tre mesi di carcere (scontò 44 giorni) per una testata data al difensore del Raith Rovers John McStay.

Duncan Ferguson ammonito durante un Everton-Wigan del 2005: una scena abituale
Duncan Ferguson ammonito durante un Everton-Wigan del 2005: una scena abituale

L'ex nazionale scozzese, oggi 53enne, ammette di aver cercato di rafforzare in tutti i modi questa sua fama – in modo poi da trarne vantaggio in termini di paura indotta negli avversari – anche con comportamenti scontrosi come rinunciare alle consuete strette di mano post-partita e procedere con aria torva lungo il tunnel. Così, quando Beckham cercò di stringere la mano al centravanti dell'Everton (il club al quale Ferguson ha legato il suo nome in Premier) dopo la vittoria del Manchester United per 2-1 nell'ultima giornata della stagione 2002/03, si sentì rispondere con un'imprecazione, altro che ricambiare il gesto di sportività.

La mancata stretta di mano a Beckham: "Mi sono girato e ho detto ‘fottiti'!"

"Dopo una partita, al fischio finale, uscivo dal campo. Non mi avvicinavo a nessuno – racconta oggi Ferguson al ‘Mirror' – Forse questo contribuiva a creare quell'aura che mi faceva sentire un duro, e la gente diceva ‘non avvicinarti a Duncan Ferguson, ti stenderà'. Forse ci ho giocato un po' su. Quel giorno David Beckham mi ha urlato: ‘Ehi Dunc', ha detto, e voleva stringermi la mano, porgendola. Mi sono girato e ho detto ‘fottiti'! Poi mi sono voltato di spalle come per dire ‘perché dovrei stringerti la mano?'".

L'ex attaccante scozzese oggi a 53 anni: fa il commentatore televisivo
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Ferguson adesso è un uomo diverso, ben lontano dal personaggio di ‘Duncan Disorderly' che incuteva timore nei difensori centrali avversari ed è diventato molto più riflessivo. Ora si rammarica di come ha trattato non solo Beckham, ma anche un allora giovane Cristiano Ronaldo, che poi sarebbe diventato uno dei più grandi calciatori della storia.

Stesso trattamento per Ronaldo: "Che razza di idiota sono stato". Ora arrivano le scuse

Ferguson rimpiange tutto e per quello che vale vuole che i diretti interessati lo sappiano: "È stato semplicemente assurdo. C'era David Beckham, una leggenda della Premier League, un calciatore di livello mondiale, ha vinto tutto, un giocatore incredibile… e io ero lì a ignorarlo. Con il passare degli anni, pensi solo ‘che razza di idiota che sono stato!'. Avrei dovuto strappargli la maglia di dosso e tenerla come ricordo per i miei figli. Cristiano Ronaldo? Uno dei miei figli idolatrava Ronaldo. Non gli ho mai nemmeno stretto la mano. Che sciocchezze. Allora, David Beckham, mi dispiace. Anche se non gliene importerà un cazzo. Non gliene importerà un cazzo!".

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