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Caso Juve, le news su plusvalenze e stipendi

Ultras Juve infieriscono su Agnelli: “Nel 2006 incolpevoli, oggi paghiamo per una lurida dirigenza”

La nota dei alcuni gruppi della Curva bianconera è una dura presa di posizione nei confronti della vecchia dirigenza definita “boriosa e faccendiera” e colpevole della situazione attuale che “è peggio di Calciopoli”.
A cura di Maurizio De Santis
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La dura presa di posizione degli ultras della Juventus contro la vecchia dirigenza raccolta in un comunicato.
La dura presa di posizione degli ultras della Juventus contro la vecchia dirigenza raccolta in un comunicato.
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I toni del comunicato sono durissimi. C'è rabbia, tanta. I tre gruppi ultras della Juventus (Drughi, Viking e Nab) alzano la voce e il coro che risuona è un attacco frontale alla dirigenza Agnelli che al vertice del club nno c'è più ma è ritenuta – come si legge nella nota – responsabile della situazione di difficoltà attuale in cui versano i bianconeri. I 15 punti di penalizzazione vengono definiti solo "la punta dell'iceberg", sia perché la società rischia sanzioni ben più gravi anche per altri aspetti della vicenda (le manovre stipendi sotto i riflettori della Procura federale e della Uefa, i reati prefigurati dalla Procura di Torino) sia per il rapporto logoratosi nel tempo con i ‘vecchi' vertici.

L'incipit è iconico, viene tirato in ballo il riferimento a un altro scandalo che travolse la Serie A e la Juve in particolare. Gli ultras partono dal riferimento all'estate del 2006 e a Calciopoli e lo usano come termine di paragone della situazione attuale scaturita dal caso delle plusvalenze fittizie.

Questa volta è peggio del 2006 – si legge -. In quel caso eravamo veramente incolpevoli e quanto accaduto è stato figlio di una entità che aveva la necessità di interrompere un dominio sportivo che stava diventando imbarazzante per tutti. Oggi no. Oggi paghiamo perché questi luridi esseri della dirigenza hanno trattato la nostra maglia come un oggetto senza anima.

Arrivabene, Nedved e Agnelli: la vecchia dirigenza della Juve dimissionaria.
Arrivabene, Nedved e Agnelli: la vecchia dirigenza della Juve dimissionaria.

Boriosa e faccendiera. Così viene definita l'esperienza Agnelli e della squadra di collaboratori che ha diretto la Juve in un decennio di successi ottenuti a costi altissimi, svendendo (secondo le affermazioni degli ultras) storia, tradizione e passione dei sostenitori. È in questo solco che è nata la contrapposizione, come si evince un altro passaggio in particolare.

Aveva come unico scopo ridurre la storia sportiva di una società leggendaria a una mera operazione economica, un prodotto da piazzare sui mercati internazionali come una bibita qualsiasi o un marchio di abbigliamento.

Il primo passo di questa mercificazione è stato lo stadio, costruito non per farlo diventare la "nostra casa" ma per creare un posto per clienti. La Curva, cuore pulsante di ogni squadra, doveva essere spazzata via ad ogni costo, come dimostrano le vicende giudiziarie. Dove eravate quando portavano l’abbonamento in curva a 600 euro? A difendere questa dirigenza boriosa e faccendiera, infatuati dai nove scudetti consecutivi come se quell’impresa li mettesse al riparo da ogni critica.

Fedeli alla ‘vecchia signora' qualunque cosa accada, nella buona e nella cattiva sorte. È una delle ultime riflessioni portate sotto i riflettori all'interno del lungo comunicato.

La speranza è che la Juventus torni ad avere al fianco quelli ai quali è stato negato l'onore di farlo. Non importa entrare nel merito della sentenza, perché non importa sapere dove giocheremo e contro chi. Ripartiamo dal compattare quel poco che resta, ricostruendo la bolgia che era lo Stadium e restituendo a Drughi, Viking e Nab la passione che è stata tolta da quei personaggi che oggi sono nell’angolo.

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