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Mondiali in Qatar 2022

Serbia eliminata e sbeffeggiata, lo sfotto’ è provocatorio: “Ciao ciao e zitti”

La Svizzera ha vinto ed eliminato i serbi dai Mondiali qualificandosi agli ottavi di finale. Nel caleidoscopio di episodi ‘bollenti’, oltre al gestaccio di Xhaka, ci sono anche le esultanze polemiche di Akanji e Shaqiri.
A cura di Maurizio De Santis
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Il saluto ironico di Akanji dopo la vittoria contro la Serbia e la qualificazione agli ottavi della Svizzera.
Il saluto ironico di Akanji dopo la vittoria contro la Serbia e la qualificazione agli ottavi della Svizzera.
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Turbolenta e ricca di colpi di scena. Il risultato di SvizzeraSerbia (3-2, qualificazione degli elvetici agli ottavi dei Mondiali) racconta solo una parte delle emozioni del match. Nel corredo accessorio dell'incontro ci sono una serie di episodi che hanno acceso i riflettori su alcuni dei protagonisti a prescindere dagli autori delle reti.

Nel caleidoscopio di fatti e misfatti c'è anzitutto il gestaccio di Xhaka (il capitano dei ‘crociati' è di origine albanese), che ha creato un po' di baruffa al limite della rissa scatenando la voglia di vendetta dei serbi. Non è la prima che accadono episodi del genere: sono scorie di rivalità esasperate, di rivendicazioni territoriali, di ferite mai sanate di uno dei periodi più bui nel cuore dell'Europa per la guerra nei Balcani.

Il brutto gesto di Xhaka che ha mandato su tutte le furie i calciatori della Serbia.
Il brutto gesto di Xhaka che ha mandato su tutte le furie i calciatori della Serbia.

Tra gli episodi di una serata scoppiettante c'è anche dell'altro. L'ironia tagliente di Akanji e l'esultanza polemica di Shaqiri hanno scandito il finale incandescente, quando l'adrenalina è ancora in circolo e i nervi a fior di pelle. Il difensore del Manchester City e della Svizzera sta festeggiando assieme ai compagni di nazionale il passaggio del turno ma si lascia trascinare dalle emozioni.

Alza lo sguardo, sorride in maniera beffarda e si rivolge agli avversari che abbandonano il campo alla spicciolata: li saluta in maniera quasi provocatoria e li manda a casa con un carico grande di delusione per aver solo accarezzato il sogno di qualificarsi in extremis. Good bye… arrivederci dice mentre agita la mano destra in maniera abbastanza plateale perché venga notato.

Qualcosa del genere, ma con animo differente, fa anche Shaqiri. Per lui la rete segnata contro la Serbia ha un valore speciale non solo perché sblocca la gara e in qualche modo la indirizza manche per le implicazioni politiche, strettamente personali. L'ex calciatore di Bayern Monaco, Liverpool e Inter è di origini kosovare e per questo preso di mira dai tifosi balcanici.

Consuma la sua vendetta senza incorrere nel rischio di una squalifica: ai Mondiali del 2018 in Russia mimò sotto il settore dei sostenitori avversari l'aquila bicipite che compare sulla bandiera albanese (atteggiamento vietato da Fifa e Uefa) questa volta indica con orgoglio il nome sulla casacca e porta il dito davanti alla bocca come a dire "zitti tutti!". Riceverà una bordata ulteriore di fischi e cori di scherno ma la gioia e l'abbraccio dei compagni prenderanno il sopravvento.

L'esultanza polemica di Shaqiri dopo aver segnato la rete contro la Serbia.
L'esultanza polemica di Shaqiri dopo aver segnato la rete contro la Serbia.

Shaqiri ha anche un altro motivo per essere contento: grazie alla rete realizzata contro la Serbia si accomoda sul podio accanto a Cristiano Ronaldo e Lionel Messi. Il motivo? È uno dei tre giocatori ad aver segnato nelle ultime tre edizioni della Coppa del Mondo (2014 in Brasile, 2018 in Russia e adesso in Qatar).

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