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Perché Spalletti ha rinunciato ai soldi della Nazionale nonostante l’esonero: “Non è come l’Inter”

Spalletti non prenderà nessuna buonuscita dopo l’esonero dalla Nazionale: “Diverso dall’Inter, lì non te li lascio i soldi perché mi sono preso in casa delle beghe che non erano solo mie”
A cura di Ada Cotugno
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Luciano Spalletti non sarà più l'allenatore dell'Italia dopo la partita contro la Moldavia. Il commissario tecnico è stato esonerato dopo la disfatta contro la Norvegia, una gara che complica i piani di qualificazione ai prossimi Mondiali e che ha interrotto la sua avventura dopo due anni. Un licenziamento che lo ha amareggiato, annunciato da solo in una conferenza stampa surreale, ma dal quale non prenderà neanche un soldo: l'ex Napoli e Inter ha annunciato che rinuncerà alla buonuscita che gli spetterebbe dopo essere stato sollevato dall'incarico e che firmerà la risoluzione senza chiedere nulla indietro.

Lo ha confermato nell'intervista rilasciata alla Rai poche ore prima della partita contro la Moldavia, quella che chiuderà il suo ciclo cominciato nel 2023. Nonostante l'esonero non riceverà soldi dalla Nazionale, contrariamente a quanto accaduto nelle precedenti avventure della sua carriera. Una scelta doverosa, sostiene Spalletti, che cerca di spiegarla facendo il paragone con la situazione analoga che gli era capitata quando era alla guida dell'Inter.

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Spalletti rinuncia alla buoniscita dopo l'esonero

Contratti di questo tipo prevedono tanti soldi in caso di licenziamento, ma l'ormai ex commissario tecnico dell'Italia ha dichiarato pubblicamente che rinuncerà a qualsiasi tipo di buonuscita dopo l'esonero. Spalletti non aveva pensato di mollare la presa, ma Gravina gli ha comunicato l'intenzione di sollevarlo dall'incarico dopo la partita contro la Moldavia a causa dei risultati deludenti arrivati negli ultimi mesi: "Io non ho dato le dimissioni, ma siccome ho rispetto delle persone che mi hanno scelto, io ti firmo la risoluzione".

L'allenatore ha spiegato anche perché non prenderà i soldi che gli spetterebbero dopo il licenziamento: "I soldi non sono un problema? No, con la Nazionale è così, si lasciano e stop. Con i club è diverso da come è successo con l'Inter, e lì non te li lascio i soldi perché mi sono preso in casa delle beghe che non erano solo mie. In questo caso essendo il CT della nazionale lascio i soldi. Con la nazionale no. Ti lascio i soldi e firmo la risoluzione. Ognuno poi alla cosa dà il taglio che vuole, ma la cosa è questa". In nerazzurro infatti scelse di non firmare la risoluzione contrattuale dopo un addio piuttosto tormentato.

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