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Perché Israele continua a giocare impunito nelle competizioni UEFA, mentre la Russia no

Cosa c’è dietro la differenza di trattamento tra i due Paesi: le parole del presidente della Uefa, Alksander Ceferin, hanno rivelato perché c’è stata un’interpretazione diversa tra i due scenari di guerra.
A cura di Maurizio De Santis
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Dopo l'invasione dell'Ucraina la Russia venne sospesa ed esclusa da tutte le competizioni Fifa e Uefa, Israele invece ha continuato a giocare regolarmente le qualificazioni ai Mondiali 2026 nonostante il conflitto nella Striscia di Gaza e le azioni militari in Palestina. Perché? La domanda sulla differenza di trattamento da parte delle istituzioni calcistiche trova risposta nelle parole abbastanza recenti dell'attuale presidente della federazione continentale, Aleksander Ceferin: in buona sostanza, ha confessato che le forti pressioni della politica hanno giocato un ruolo fondamentale nello stop imposto ai russi (non solo nel calcio ma anche in tutte le altre discipline ed eventi iridati quali i Giochi Olimpici) mentre nei confronti di Israele non c'è stata eguale attenzione.

La rivelazione di Ceferin sulla diversità di trattamento tra Israele e Russia

"Isteria politica", è questa l'espressione usata dal numero uno Uefa per descrivere quale fosse il livello di irritabilità della classe dirigente verso un argomento del genere, tanto da porre una sorta di veto anche rispetto alla possibilità di integrare di nuovo "almeno i giovani sotto i 17 anni". Un'ipotesi accantonata a causa delle sollecitazioni continue "su alcuni membri del comitato esecutivo (rivelò nell'intervista a Politico, ndr)".

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È tutta qui la differenza sull'impunità di Israele. Argomentazione che ha trovato conferma ulteriore anche in un altro passaggio di quelle dichiarazioni: ovvero, che le pressioni della società civile, sia pure durissime, non hanno lo stesso peso della classe politica che non ha mai promosso iniziative, mozioni o azioni di qualsiasi genere per dare un segnale molto forte. Il motivo? "Quando si tratta di guerre e vittime i politici sono molto pragmatici… e i bambini che crescono nella paura e nell'odio non votano".

Nessuna riunione di Fifa e Uefa sulla richiesta di sospensione

Una considerazione che rende bene l'idea del diverso metro di giudizio adottato rispetto a due situazioni gravissime a livello internazionale e a corredo delle quali c'è anche una posizione di terzietà da parte delle stesse Fifa e Uefa (che dal 1994 ha accolto i club israeliani sotto la propria egida pur non essendo in Europa). La reazione alle indiscrezioni delle ultime settimane sull'opportunità (negata) di escludere Israele sono sintomatiche: non è stata mai in programma una riunione ufficiale dei vertici del calcio per prendere una decisione finale.

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Del resto, era stato lo stesso Ceferin a dirsi "ferito" per quanto stava succedendo ai civili a Gaza "ma non sono favorevole all'esclusione". Con ogni probabilità, avrebbe professato indulgenza sportiva anche nei confronti della Russia perché "cosa può fare un atleta al suo governo per fermare la guerra? È molto, molto difficile". Eppure Israele gioca, la Russia è fuori da tutto.

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