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Messi si alza e detta la legge allo spogliatoio: “Non chiamatelo più ginger”. Non accadrà mai più

Alexis Mac Allister spiega bene quello che non si vede di Leo Messi: la leadership del capitano argentino non accetta opposizione in spogliatoio.
A cura di Paolo Fiorenza
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Molto si è detto sul ‘nuovo' Leo Messi, non solo giocatore sublime ma anche leader non più tanto silenzioso: durante i Mondiali vinti dall'Argentina, il 35enne fuoriclasse di Rosario ha trascinato l'Albiceleste sia in campo che fuori, mostrando – quando necessario – anche una faccia dura che in pochi pensavano avesse. Il suo scontro con van Gaal dopo aver battuto l'Olanda, quel "cosa guardi idiota" urlato in diretta al malcapitato attaccante orange Weghorst, hanno dato di Messi un'immagine meno usuale per gli spettatori di tutto il mondo.

La verità è che Leo, pur apparendo sempre molto composto in campo con compagni ed avversari, in spogliatoio da anni ha uno status da boss delle squadre in cui gioca, né potrebbe essere diversamente visto il ruolo dominante sul terreno di gioco. Che sia o meno silenzioso, Messi si fa sentire eccome, facendo pesare tutto il suo carisma quando serve.

Leo Messi è il boss indiscusso dell'Argentina
Leo Messi è il boss indiscusso dell'Argentina

Il ruolo di capobranco del campione del PSG è svelato in tutta la sua evidenza dall'aneddoto raccontato da Alexis Mac Allister, che è in Qatar è stato un pilastro del centrocampo di Scaloni, disputando un torneo strepitoso. Forse una rivelazione per qualcuno, alla luce delle sole 8 presenze in nazionale prima dei Mondiali, ma in seno al gruppo della Selección il giocatore nativo della Pampa ha sempre goduto di grande stima.

Tutti apprezzano Mac Allister, cui i giocatori dell'Argentina hanno dato il nomignolo di ‘ginger', per via del fatto che diventava rosso durante le partite. Un soprannome che tuttavia non è mai piaciuto al calciatore. Messi lo sapeva, allora un giorno – nel ritiro della nazionale prima dei Mondiali – il capitano prese la parola davanti a tutti per dire una semplice cosa: nessuno si sarebbe mai più dovuto permettere di chiamare in quel modo Mac Allister.

Tutti restarono zitti, nessuno fiatò. Ma soprattutto da quel momento il soprannome in questione sparì completamente dalla bocca dei giocatori dell'Albiceleste, come ha spiegato recentemente il giocatore del Brighton. Questo significa essere leader, di questa materia sono costruiti i successi più grandi di una squadra.

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