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Gianluca Vialli morto a 58 anni

L’ultimo incontro tra Vialli e i compagni della Samp: “Sapeva già che non ci avrebbe più rivisti”

Beppe Dossena ha ricordato Gianluca Vialli a Fanpage.it. Compagni di squadra in quella Sampdoria leggendaria che Vialli ha rivisto a dicembre in occasione del docufilm sulla squadra blucerchiata.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Il mondo del calcio piange la morte di Gianluca Vialli avvenuta quest'oggi all'età di 58 anni. L'ex attaccante, che da calciatore ha vestito le maglie Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea, lottava dal 2017 con un grave tumore al pancreas che non gli ha dato tregua. Anima dell'Italia di Roberto Mancini – suo grande amico e compagno di squadra ai tempi della Samp – con cui ha vissuto l'incredibile emozione di vincere gli Europei 2021 degli azzurri come figura principale all'interno dello staff tecnico della Nazionale, Vialli oggi viene ricordato da tutto il calcio italiano. Non solo per le sue gesta in campo ma soprattutto per la persona, l'uomo, che ha sempre prevalso su tutta la sua carriera.

Ai microfoni di Fanpage.it a parlare di Gianluca Vialli e ricordare uno dei grandi campioni del panorama calcistico italiano è stato Beppe Dossena, ex calciatore che ha avuto la fortuna di vivere a cavallo tra gli anni '80 e gli anni '90 l'epopea d'oro della Sampdoria di Boskov. Una squadra leggendaria che si distinse per personalità, carisma e carattere capace di vincere uno Scudetto, una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa italiana. Suo compagno di squadra, Dossena ha ricevuto la notizia della morte di Vialli alle 8:30 di questa mattina: "Eravamo su un campo da golf io e Attilio Lombardo quando abbiamo ricevuto la notizia".

Dossena racconta l'ultima volta in cui ha visto Vialli di persona. A inizio dicembre tutta la squadra di quella gloriosa Sampdoria era a Genova per la presentazione del docufilm che ripercorre "La Bella Stagione" della Sampdoria capace di trionfare sui palcoscenici italiani ed europei negli anni ottanta-novanta con i gemelli del goal: Mancini e Vialli. "Era una cosa che purtroppo noi sapevamo – ha spiegato Dossena – Quando abbiamo presentato il film sulla Samp lui era già in grandissima sofferenza". Dossena racconta l'immagine di Vialli che gli è rimasta impressa quel giorno: "Lui è venuto qui sapendo che sarebbe stata l'ultima volta che ci avrebbe visti insieme – aggiunge – Ha fatto questo grandissimo sforzo per vederci e ricordarci, ma negli occhi aveva già capito che da lì a poco ci avrebbe lasciato. È stato un atto d'amore".

La presenza di Vialli a Genova in occasione della presentazione del docufilm.
La presenza di Vialli a Genova in occasione della presentazione del docufilm.

Il racconto di Dossena è intenso e racconta la grandezza di Vialli in quella giornata: "L'ho visto seduto lì, si era staccato e ci guardava – dice – Aveva capito e avevamo capito anche noi, faceva fatica a stare in piedi, a camminare. È venuto da Londra, il giorno prima era a Torino al Film Festival". Dossena ricorda non soltanto il giocatore ma soprattutto l'uomo e l'amico: "Lui per quella classe di giocatori e quel ruolo che interpretava credo che non ci sia mai stato uno con così tanta generosità – dice – Un onore averlo in squadra e poi era uomo spogliatoio con una mostruosa dose di empatia".

Dossena ha saputo della morte di Vialli stamattina: "Eravamo in giro io e Attilio Lombardo e (nel giorno del suo compleanno) alle 8:30 stamattina avevamo già avuto la notizia e ce la siamo tenuta noi. Eravamo su un campo da golf una cosa che a Vialli piaceva tanto – racconta Dossena – Abbiamo condiviso insieme questo dolore, che rimane dentro". È stato un momento brutto che ha lasciato senza parole entrambi: "Io e Attilio ci siamo solo guardati quando abbiamo avuto la notizia – spiega ancora – ce lo aspettavamo, ma lo sapeva anche Luca, anche lui si era reso conto che la lotta non aveva più ragione di esistere".  

Tante le testimonianze e gli omaggi stamattina per Vialli nel giorno in cui è arrivata la notizia della sua morte: "È una sofferenza per la persona non solo per il calcio italiano – ha spiegato ancora – Luca era una persona straordinaria, aggregante, coinvolgente, ironico, un esempio e sono sicuro che le figlie cresceranno con il suo esempio". Dossena fa fatica a crederci nonostante fossero ormai tutti pronti a ricevere questa bruttissima notizia: "Io non accetterò mai che chi ci lascia debba soffrire – ha detto – Ho un dispiacere enorme che lui, Paolo Rossi, abbiano davvero sofferto e qualcuno lassù credo debba risparmiarcela". 

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