Lo strano modo di Fabregas per convincere i calciatori a firmare: “Ero sotto shock, balbettavo”

Intervallo del match di campionato tra Torino e Como. Mërgim Vojvoda indossa la maglia granata e in quel momento è concentrato solo sulla partita. Non sa, nemmeno gli passa per la testa, che proprio quella situazione può indirizzarlo altrove, verso un'altra squadra. A un certo punto, mentre era ancora nel tunnel che collega gli spogliatoi e il campo di gioco, il calciatore si sente chiamare. Sente una voce, è quella di Cesc Fabregas.
Che vorrà mai da lui tecnico dei lariani? "Mi piace come giochi, vieni da noi", è la frase che sente sussurrata in quel contesto in cui tutto pensava potesse accadere tranne ricevere una proposta di trasferimento. "Mi ha chiamato e mi ha chiesto se gli piaceva il modo in cui fa giocare le sue squadre". Qual è stata la reazione del difensore kosovaro? Non poteva crederci. Spiazzato da quell'offerta, è rimasto interdetto per qualche attimo come spiegato nell'intervista a DH Les Sports. "Ammetto che quella cosa un po' mi ha scioccato – ha aggiunto Vojvoda -. All'inizio balbettavo…".

Una vocina, però, gli diceva che quell'occasione era da prendere al volo. E disse di sì, d'istinto. In fondo, perché non avrebbe dovuto? A confortarlo fu la replica decisa del suo interlocutore: ribadì che aveva intenzione di portarlo a Como. Aveva segnato il suo nome sulla lista, tanto da spingere perché arrivasse nella sessione invernale di calciomercato. "Ho detto di sì e lui mi ha detto che voleva portarmi a Como".
I tempi erano maturi perché quelle parole potessero fare breccia. Vojvoda ha spiegato che la scadenza contrattuale col Torino e un rinnovo non ancora discusso in qualche modo agevolò quell'uscita di scena. Quel "sorsero complicazioni" – come chiarito dallo stesso calciatore – spianò la strada verso la nuova destinazione ma non credeva che tutto si sarebbe svolto così in fretta invece che nella finestra estiva. "Due giorni prima della chiusura del mercato il mio agente mi ha detto che il Como mi voleva subito. E per questo non ho avuto alcun dubbio nell'accettare. Mi piaceva il suo stile di gioco, e quando Fàbregas ti parla in quel modo, è difficile non tenerne conto".
La scelta sembra essere stata indovinata, a giudicare da come il difensore illustra le differenze tattiche. "Al Torino giocavo più esterno di una difesa a tre. Ero molto meno offensivo. Con Fàbregas c'è con una difesa a quattro e un calcio più offensivo. Amo giocare con la palla, lavorare sulla mia tecnica, e questo mi permette di avanzare molto di più. Fabregas ha una grande personalità e ho appreso molto dal suo modo di lavorare. Grazie a lui sono migliorato molto".