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Guerra in Ucraina

Le banche congelano i conti del Chelsea: così non ha i soldi nemmeno per pagare la benzina

Il provvedimento è l’ennesima mazzata che s’abbatte sul club londinese che rischia il fallimento per le durissime sanzioni imposte ad Abramovich, a causa della sua vicinanza a Putin e della guerra scatenata dal leader russo in Ucraina.
A cura di Maurizio De Santis
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Il provvedimento della Banca Barclays è un altro brutto colpo per il Chelsea dopo le pesanti sanzioni inflitte al proprietario russo, Roman Abramovich.
Il provvedimento della Banca Barclays è un altro brutto colpo per il Chelsea dopo le pesanti sanzioni inflitte al proprietario russo, Roman Abramovich.
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Conti bloccati. Carte di credito congelate. La Banca Barclays chiude i rubinetti della linea finanziaria come conseguenza delle pesanti sanzioni imposte dal governo inglese al Chelsea e al suo proprietario attuale, Roman Abramovich, a causa della vicinanza a Vladimir Putin e della guerra che il leader russo ha scatenato in Ucraina. Il provvedimento è l'ennesima mazzata che s'abbatte sul club londinese che rischia il default.

Senza un canale che assicura il flusso di denaro necessario diventa impossibile anche la gestione delle attività quotidiane come preventivare un budget per organizzare una trasferta (dalla cura degli aspetti logistici fino al pagamento della benzina per muoversi in bus) o – qualora la situazione dovesse persistere nel tempo – addirittura assicurare il pagamento degli stipendi. Una situazione durissima, i cui sviluppi sono raccontati in un articolo del tabloid The Times.

La licenza speciale concessa alla società londinese permette di svolgere ancora tutte le attività strettamente collegate al calcio ma adesso lo scenario rischia di cambiare di nuovo e in peggio. "Le banche non hanno propensione al rischio – le rivelazione di una fonte interna al giornale britannico -. Alcune delle carte di credito aziendali sono state bloccate. Così facendo hanno aumentato la pressione sul club". Il rischio a cui si fa riferimento è molto chiaro: se viene concessa al Chelsea la piena disponibilità di quei conti e la normale operatività non c'è alcuna certezza che quei soldi siano spesi entro il perimetro imposto dal governo.

Le sanzioni del governo inglese cingono d'assedio il proprietario del Chelsea, Abramovich, e lo stesso club londinese.
Le sanzioni del governo inglese cingono d'assedio il proprietario del Chelsea, Abramovich, e lo stesso club londinese.

Un buco da oltre 100 milioni di sterline. I numeri non dicono tutto ma servono a raccontare molto delle difficoltà in cui si dibattono i Blues. La "Tre" è uno degli sponsor che ha interrotto con il club la partnership da 40 milioni di sterline all'anno, un ammanco che diventa una voragine se si aggiungono anche 66 milioni di sterline tra Premier League e premi in denaro della Uefa. C'è ancora un altro interrogativo che pende come una spada di Damocle sul futuro: la licenza speciale permette alla squadra di andare in campo fino al termine della stagione ma non verrà rinnovata se Abramovich non cederà la società senza ricavare nulla dalla vendita.

Spalle al muro e risorse razionate. I limiti alle spese da un lato garantiscono l'ordinaria amministrazione – ma con restrizioni ulteriori – dall'altro impediscono la vendita di nuovi biglietti, stoppano gli incassi dal merchandising e soprattutto le operazioni di calciomercato. Secondo The Athletic, invece, la sospensione temporanea delle carte di credito aziendali rischia di lasciare letteralmente a piedi i tesserati per l'impossibilità di sostenere i costi per l'acquisto di carburante. L'espressione che gela il sangue nelle vene è il riferimento ai cosiddetti "costi ragionevoli" che per viaggiare non possono superare le 20 mila sterline a partita. Almeno per le prossime due gare il Chelsea non ha particolari problemi né dovrà modificate tempi, termini e modalità di spostamento del proprio itinerario: gioca in casa con il Newcastle e la trasferta di Champions in Francia per giocare col Lille era stata già preventivata nel budget.

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