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Guerra in Ucraina

L’arbitra Kateryna Monzul in campo con la bandiera dell’Ucraina: “Parte del mio cuore è rimasto lì”

L’arbitra ucraina, Kateryna Monzul, ha diretto la sfida di Serie A femminile tra Inter e Sampdoria e ha raccontato la sua fuga dalla guerra prima dell’arrivo in Italia.
A cura di Vito Lamorte
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Bandiera dell'Ucraina sulle spalle, pallone in una mano e fischietto nell'altra fino a metà campo. Poi il fischio e la foto dietro il tabellone dell’iniziativa #PlayForPeace promossa dalla Divisione Calcio Femminile: è stato questo il ritorno in campo di Kateryna Monzul, che è scappata dall'Ucraina dopo lo scoppio della guerra insieme alla sorella e alla nipote e con la collaborazione tra le federazioni è arrivata in Italia, dove ha potuto ricominciare ad arbitrare le partite di calcio.

L'arbitra ucraina ieri è tornata in campo per la sfida di Serie A femminile tra Inter e Sampdoria e ai microfoni di Sky Sport ha dichiarato: "È stato come tornare alla vita normale, dopo quello che ho visto e ho provato in queste settimane: per qualche momento non posso dire di aver dimenticato, ma di aver ritrovato dentro di me belle sensazioni". 

Kateryna Monzul è una direttrice di gara esperta che può vantare nel suo curriculum, oltre alla finale di Champions e dei Mondiali femminili, gare maschili di Europa e Conference League e l'accesissima sfida tra Shakhtar Donetsk e Dinamo Kiev ma il suo pensiero non può che andare sempre ai suoi familiari e al momento che sta vivendo la sua nazione: "È terribile, i miei genitori sono rimasti a Karkhiv, è pericoloso, per loro come tutti i miei amici, per le persone, i bambini. Una parte del mio cuore è rimasta lì con la gente ucraina".

L'arbitra ucraina ha rilasciato la sua prima intervista dopo il suo arrivo in Italia e ha raccontato anche la fuga dal suo paese: "Abbiamo attraversato Ucraina, Moldavia, Romania, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania. Non me lo aspettavo, tutti volevano aiutarmi… quando scappi da una situazione così non riesci a ragionare normalmente, la grande famiglia degli arbitri mi è stata vicina, in tantissimi mi hanno scritto e sostenuto durante il viaggio fin qui".

La Sampdoria, nel post-partita, ha voluto far sentire la sua vicinanza all'arbitra Monzul regalandole la maglia del suo connazionale che gioca nella squadra maschile blucerchiata Vladyslav Suprjaha.

Luciano Luci, designatore arbitrale ucraino e per anni fischietto di Serie A, ieri era seduto in tribuna e ha parlato della situazione vissuta da Monzul: "Gli uomini non possono lasciare il Paese, donne e bambini sì, e Kateryna è riuscita ad andare via insieme alla sorella e alla nipotina. Grazie a Roberto Rosetti siamo riusciti a trovarle un alloggio e siamo riusciti a farla tornare ad arbitrare. Questa tra Inter e Sampdoria è la prima partita, per lei è molto importante. È un primo tassello".

La presidente della Divisione Calcio Femminile, Ludovica Mantovani, qualche giorno fa aveva dichiarato: "Siamo onorati di essere il primo campionato italiano ad ospitare un arbitro di caratura internazionale come Monzul. ‘PlayForPeace’ sottolinea la nostra posizione unita contro ogni forma di aggressione e violenza".

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