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L’All-Star Game nel calcio può diventare realtà, in Premier c’è una cordata: “Più soldi per tutti”

L’idea di creare un “All-Star” anche nel calcio è sull’agenda delle varie Federcalcio da tempo. Ma in Inghilterra c’è chi si sta già muovendo in modo concreto ed è pronto ad affrontare un fronte del no che ha preannunciato feroce battaglia.
A cura di Alessio Pediglieri
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L'entusiasmo dei tifosi del Chelsea: proprio il neo proprietario Todd Bohely sta provando a costruire una cordata internazionale pro All-Star Game
L'entusiasmo dei tifosi del Chelsea: proprio il neo proprietario Todd Bohely sta provando a costruire una cordata internazionale pro All-Star Game

Quando a uno sportivo e più direttamente ad un tifoso si parla di "All-star Game" immediatamente gli occhi brillano, il cuore sussulta e la mente corre ad uno spettacolo imperdibile. La "partita delle stelle" è quanto mai di più entusiasmante ed avvincente si possa proporre nel mondo dello sport ed è da sempre il fiore all'occhiello delle principali discipline americane, votate dal principio ad uno show-business che ha sempre fatto scuola. Adesso, l'idea di un "All-Star Game" anche nel calcio, può diventare una realtà solida e concreta, dopo le ultime indiscrezioni che vorrebbero dalla Premier League, una cordata d'intesa con le altre Leghe europee.

Ad andare oltre la semplice idea di una sfida tra fuoriclasse assoluti, uniti sotto l'unica bandiera della propria Lega d'appartenenza, è stato Todd Boehly, neo proprietario del Chelsea del post Abramovic e rappresentante della nuova ascesa di proprietari americani all'interno della Premier League. Già proprietario di azioni dei Los Angeles Dodgers nella  Major League Baseball e dei LA Lakers nella NBA, Boehly ha cavalcato un progetto di cui se ne parla da tempo e – secondo alcune anticipazioni del Times – sarebbe passato ai fatti, promuovendolo con un'idea strutturata e – sulla carta – dai numeri vincenti. Il punto focale è creare ciò che ancora oggi non esiste nel calcio, ovverosia un All-Star tra rappresentative delle varie Federcalcio europee: Premier League, Liga spagnola, Serie A e Bundesliga, dove ogni Lega avrebbe la libertà di creare un "undici" con i giocatori ritenuti migliori, e sfidarsi in un challenge in giro per l'Europa.

Il neo proprietario del Chelsea, l'americano Todd Boehly. Già azionario delle franchigie di Los Angeles in MLB e in NBA, sta spingendo per la creazione di un All-Star del calcio europeo
Il neo proprietario del Chelsea, l'americano Todd Boehly. Già azionario delle franchigie di Los Angeles in MLB e in NBA, sta spingendo per la creazione di un All-Star del calcio europeo

"Mi auguro che la Premier League prenda un po' di lezione dagli sport americani", ha sottolineato Boehly nel raccontare al meglio la propria proposta che si basa sulla convinzione di come "tutte le persone avrebbero l'opportunità di ottenere più soldi per l'intero sistema calcio" citando proprio l'esperienza americana: "Nell'all-star game della MLB quest'anno abbiamo guadagnato circa  200 milioni di dollari", pari a poco più di 180 milioni di sterline, oltre 200 milioni di euro. Un indotto e un'entrata aggiuntiva che in tempi di recessione economica avrebbe un impatto più che positivo per l'intera filiera calcistica a livello finanziario ma anche sul profilo marketing e di immagine.

Tra i tanti vantaggi profilati da Boehly ci sarebbe di certo un immediato ritorno ottenuto dalla messa in onda e dalla trasmissione delle partite, attraverso la vendita o la cessione dei diritti TV, puntando soprattutto l'attenzione ai mercati in espansione. Un motivo che è già da tempo sull'agenda delle varie Leghe, non ultima la Serie A che con il presidente Casini aveva già a inizio di settembre messo a verbale di discutere di un "All-Star Game" in divenire. Ma adesso Boehly avrebbe provato a scoperchiare il vaso, provando a dare il via sottotraccia al progetto. Ovviamente, non c'è alcun vero mecenatismo poiché il neo proprietario del Chelsea punta a colmare il vuoto lasciato proprio dal suo predecessore, Abramovic, nello scacchiere delle gerarchie di influenza nel calcio inglese e indicare proprio la Premier League quale Federazione di riferimento ne è lampante evidenza.

Sempre attraverso le pagine del "Times", si è anche profilata una sorta di "Undici" di riferimento delle varie Leghe, divertendosi a stilare le formazioni di rappresentanza. In Premier League ecco il 4-3-3 formato da Allison; James, Ruben Dias, Thiago Silva, Zinchenko; De Bruyne, Rice, Rodri; Salah, Haaland, Luis Diaz. La nostra Serie A risponderebbe con questo 4-2-3-1: Maignan; Di Lorenzo, Skriniar, Bremer, Spinazzola; Brozovic, Milinkovic-Savic; Chiesa, Dybala, Leao; Osimhen. Per la Liga un 4-3-3: Courtois; Koundé, Militao, Gimenez, Alaba; Modric, Busquets, Pedri; Benzema, Lewandowski, Vinicius, Mentre la Bundesliga potrebbe rispondere con il 4-2-3-1 così composto: Sommer; Frimpong, De Ligt, Gvardiol, Davies; Kimmich, Bellingham; Gnabry, Musiala, Mané; Nkunku.

Mike Maignan, portiere del Milan campione d'Italia: nelle "proiezioni" del Times sarebbe il numero 1 dell'"Undici All-Star" della Serie A
Mike Maignan, portiere del Milan campione d'Italia: nelle "proiezioni" del Times sarebbe il numero 1 dell'"Undici All-Star" della Serie A

Al di là di facili suggestioni, la novità principale è che Boehly si starebbe muovendo in prima persona per sondare la fertilità del terreno su cui muoversi con le altre realtà calcistiche europee, provando a superare l'ostacolo più grande: un calendario già ora in "over booking" di eventi. Tra campionati, coppe, tornei UEFA e FIFA sembra assolutamente impossibile incastrare un ulteriore torneo per poterlo poi rendere realmente sostenibile. La controproposta di farlo disputare nei mesi estivi – al posto dei tour internazionali dei singoli club – o nel corso della pausa invernale – che però, già quest'anno sarà catalizzata dai Mondiali in Qatar – appare molto debole e profondamente anacronistica.

Il reale problema è stato racchiuso di fatto dal solito caustico Jurgen Klopp. Il tecnico del Liverpool ha centrato il nocciolo del problema e ha provato a mettere a tacere le voci: "Negli sport americani, i giocatori godono di una pausa di 4 mesi durante l'anno, quando Boehly troverà una data anche per questo progetto, può tranquillamente chiamarmi. E magari inserire nel progetto anche un Harlem Globetrotters del calcio".  Il punto è che si è andati oltre alle semplici dichiarazioni di circostanza. Todd Boehly si sta già dando da fare, bypassando i vertici e contattando le basi del calcio europeo che si ritroverebbe davanti all'insoluto dilemma: cedere alle prospettive di ulteriori guadagni o dare ascolto a calciatori e tecnici?

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