La protesta degli ultrà dell’Inter a pochi giorni dalla finale di Champions: presidio sotto la sede

Manca meno di una settimana alla finale di Champions League 2025, ma l'aria in casa Inter è tutt'altro che serena. Mentre la squadra si prepara alla sfida contro il Paris Saint-Germain, in programma sabato 31 maggio all'Allianz Arena di Monaco, fuori dal campo esplode la protesta dei tifosi più caldi.
Nella serata di lunedì, gli ultrà della Curva Nord (circa 500 persone tra cui anche tifosi storici e membri di vecchia data del tifo organizzato nerazzurro) hanno dato vita ad un presidio pacifico sotto la sede del club in via della Liberazione, a Milano. Cori, fumogeni e striscioni hanno accompagnato la manifestazione, che ha messo nel mirino le scelte della società in merito alla prelazione dei biglietti per la finale europea.

Al centro della contestazione c'è la decisione del club di riservare la priorità ai cosiddetti abbonati storici, ossia coloro che rinnovano l'abbonamento da oltre dieci anni, facendo però delle distinzioni, come spiega in occasione del sit-in di protesta lo storico portavoce ed capo della tifoseria organizzata nerazzurra Franco Caravita: "Hanno deciso di dare la priorità a chi ha almeno dieci anni di abbonamento, qui c'è gente che ha 15, 20 e 30 anni di abbonamento ma non ha avuto l'opportunità di prendere il biglietto". Una misura che, secondo gli ultrà, "appare non solo non premiante per i tifosi più assidui e fedeli, ma addirittura penalizzante". Il direttivo della curva ha diffuso una nota ufficiale chiedendo un incontro urgente con la dirigenza per "pianificare la trasferta per la finale di Champions e valutare congiuntamente una soluzione che possa contemperare le esigenze di ciascun soggetto interessato". Una richiesta chiara: non vogliono restare fuori dallo stadio, ma finora il club ha scelto il silenzio.
A tal riguardo l'avvocato della curva, Mirko Perlino, voleva parlare con i dirigenti, che però non si sono fatti trovare. Da qui l'annuncio della tifoseria organizzata nerazzurra riguardo ad nuovo presidio davanti alla sede dell'Inter o davanti al tribunale qualora non saranno convocati a stretto giro di posta. Lo stesso legale ha chiarito ulteriormente i motivi della protesta: "Qui si sta facendo una richiesta per dei soggetti che non sono stati minimamente sfiorati da un'indagine, quasi tutti incensurati e mai sottoposti a Daspo. Finora li hanno mandati in tutti gli stadi e ora non li fanno andare a vedere la finale".
Dietro questa chiusura, secondo fonti interne, infatti, ci sarebbero i problemi legati alla finale di Istanbul 2023, quando analoghe richieste da parte della tifoseria organizzarono causarono attriti interni e coinvolsero anche dirigenti e giocatori in vicende giudiziarie. Per evitare nuove polemiche, la società avrebbe deciso di tenere una linea più rigida. Ma anche questo, secondo l'avvocato Perlino, non costituisce un motivo per escludere gli ultrà che hanno fatto richiesta per i biglietti per la finale di Monaco: "Noi comprendiamo che vi siano delle difficoltà, tant'è vero che dalla richiesta iniziale di 1.500 biglietti si è fatta una scrematura totale, si parla di qualche centinaio di biglietti. Loro che sono rimasti fuori da tutto e non sono nemmeno stati sfiorati dall'indagine non possono pagare per quello che han fatto gli altri. C'è una responsabilità penale personale: chi ha sbagliato o presumibilmente sbagliato sta affrontando un processo. Quelli che chiedono i biglietti processi in corso non ne hanno e hanno quindi tutto il diritto di vedere questa partita così come finora hanno visto tutte le partite. È un atto di tradimento da parte della società".

La Curva dunque non ci sta. Non è una minaccia, spiegano, ma un avvertimento: se non verranno ascoltati, il rischio è che "la squadra non riceva il necessario sostegno dai propri tifosi per affrontare l'impegnativa finale di Champions League". I gruppi organizzati si dicono pronti ad acquistare i biglietti in anticipo, fornire immediatamente i nominativi e rinunciare alla possibilità di cambio nome, pur di esserci. Vogliono certezze e rivendicano un ruolo centrale nel tifo nerazzurro.
Il messaggio più diretto arriva dallo striscione esposto durante la protesta, che in sintesi recita: "6 maggio 2025: ‘Il vostro sostegno è fondamentale', ora ci volete lasciare a casa per la finale". Un riferimento chiaro alla semifinale di ritorno contro il Barcellona, quando il supporto della tifoseria fu definito decisivo anche dai vertici societari. Con il countdown per Monaco ormai agli sgoccioli, la tensione tra club e ultrà rischia di compromettere il clima che dovrebbe accompagnare la squadra verso il match più importante della stagione. La palla, ora, è nelle mani della dirigenza nerazzurra.