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La leggenda della Testarossa di Maradona, la richiesta a Enzo Ferrari: “Nera? Non esiste!”

La storia della mitica Ferrari Testarossa di colore nero che Diego Armando Maradona ordinò di procurargli al suo manager Guillermo Coppola, che andò a chiederla direttamente a Enzo Ferrari. Ma all’epoca le vetture di Maranello erano tutte rosse: il Drake oppose un secco rifiuto a Coppola, che però aveva un Piano B…
A cura di Paolo Fiorenza
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Se la Ferrari Testarossa di colore nero di Diego Armando Maradona è mitica, la storia che l'avvolge è leggendaria, con una sceneggiatura fantasiosa come le giocate dell'eterno campione del Napoli e dell'Argentina e un attore non protagonista eccezionale come l'altrettanto leggendario Enzo Ferrari, che tutto voleva tranne che vedere in circolazione una vettura del Cavallino di altro colore che non fosse rossa, come comunicato bruscamente in un faccia a faccia con l'allora manager di Maradona, Guillermo Coppola.

Il Pibe de Oro, scomparso prematuramente a 60 anni il 25 novembre del 2020, acquistò una prima Ferrari Testarossa appena arrivato in Italia, ma prima di partire nel 1986 per il Messico – dove avrebbe fatto la storia del calcio vincendo i Mondiali – lasciò un'incombenza precisa a Coppola: gli chiese di aggiungere una seconda Testarossa al suo parco macchine. Ma a una condizione: stavolta doveva essere nera. Una condizione impossibile da realizzare: a quel tempo tutte le vetture del marchio di Maranello erano rosse, così lo storico manager di Maradona aveva una sola possibilità di esaudire il desiderio di Diego, chiederlo direttamente al patron Enzo Ferrari, allora 88enne.

Grazie ai suoi contatti, Coppola riuscì a incontrare il fondatore della scuderia di Maranello, ma il nodo venne al pettine dopo che fu siglato l'accordo per l'acquisto della macchina per una cifra di poco inferiore ai 500mila dollari. A quel punto, il manager dell'allora capitano del Napoli – che l'anno successivo avrebbe dato al club azzurro il suo primo storico scudetto – si ricordò del dettaglio tutt'altro che di poco conto preteso dal giocatore più forte del mondo e chiese a Ferrari di poter avere la Testarossa di colore nero.

Diego Armando Maradona con la sua Ferrari Testarossa nera, con targa napoletana
Diego Armando Maradona con la sua Ferrari Testarossa nera, con targa napoletana

La risposta del Drake, il cui carattere non era certo accondiscendente, fu secca, come poi avrebbe ricordato Coppola: "Nera? Non esiste in nero! Le mie Ferrari non possono essere di altro colore che rosso!". In quel momento dunque la macchina c'era, ma non il colore: serviva un Piano B. Coppola era un uomo di mille risorse, abituato ad avere a che fare con le bizze di Maradona, e trovò la soluzione: mandò la nuova Testarossa a Napoli e incaricò il miglior verniciatore di automobili della città di esaudire la richiesta di Diego e far diventare nera la vettura del Cavallino appena uscita di fabbrica.

Dopo i Mondiali messicani vinti dall'Argentina nella maniera che tutti sanno, Coppola tornò in Italia pochi giorni prima di Maradona e della sua famiglia. Prima che il fuoriclasse atterrasse all'aeroporto di Napoli, il suo manager parcheggiò sulla pista la nuovissima Ferrari Testarossa nera, in modo che la vettura fosse la prima cosa che Diego vedesse scendendo dall'aereo.

Guillermo Coppola con Corrado Ferlaino in un recente incontro tra i due
Guillermo Coppola con Corrado Ferlaino in un recente incontro tra i due

E qua la storia si arricchisce di un altro capitolo non meno gustoso: ad attendere Maradona c'era infatti anche il presidente del Napoli Corrado Ferlaino, che rimase colpito dalla macchina e decise di farne regalo lui stesso al campione per accrescerne la stima nei suoi confronti. Il resto è nel racconto di Coppola, che ne approfittò per farsi una ‘cresta' da paura: "‘Quanto costa?', mi chiese Ferlaino. ‘870mila', gli dissi. ‘La pagherò per una questione d'onore' disse lui". I due poi si strinsero la mano, ma non per la cifra iniziale. Alla fine Coppola gli fece pagare altri 130mila dollari per la verniciatura della Ferrari.

L'aereo atterrò, Maradona scese le scale e la prima cosa che vide fu che la sua richiesta del bolide nero era stata esaudita. Il racconto del manager restituisce quei momenti come fossero davanti agli occhi: "La porta dell'aereo si apre, Diego la vede, si tuffa. ‘No, Guille, no!', ‘No, non Guille, Corrado! Il presidente te l'ha appena data!', ‘Caro presidente!'. Maradona abbracciò e baciò Corrado. ‘Che meraviglia, presidente! La macchina che volevo!'". Per chi ricorda il Diego più vero, questa reazione è quanto di più naturale potesse avere: felicità pura, come quando regalava la stessa gioia ai tifosi facendo cantare il pallone coi piedi.

Maradona sale sulla Ferrari al termine dell'allenamento col Napoli
Maradona sale sulla Ferrari al termine dell'allenamento col Napoli

Con la Ferrari in suo possesso, Diego invitò Coppola a salire e lì il manager gli raccontò della percentuale intascata: "‘Che bello, Guille!' ‘Ferrari nera. Tappezzeria bianca. Tutto come volevi, Diego. L'ho pagata 470mila dollari e gliel'ho fatta pagare una fortuna, un milione di dollari'". Al che Maradona gli disse: "Compratene una". "No, ho già l'altra", gli rispose Coppola.

L'atmosfera di festa durò finché Maradona non si rese conto che la sua nuova Testarossa non aveva lo stereo e che la portiera del conducente non era rivestita. A quel punto Diego inveì, ma Coppola gli spiegò i motivi di quelle mancanze: "Diego, è una macchina da corsa. Non la tappezzano, la alleggeriscono, capisci? Non so come abbia lo specchietto retrovisore. Non ha niente. L’auto è un’auto da corsa". Ma passò un solo giorno e tutte le modifiche ulteriori chieste dal campione argentino furono installate sulla nuova vettura.

Dopo essere appartenuta per anni a Maradona, la Ferrari Testarossa nera finì nelle mani di un collezionista spagnolo di auto di alta gamma, che la vendette per una cifra vicina ai 250mila euro, con appena 20mila chilometri percorsi. Secondo la leggenda, anche Sylvester Stallone possedeva una Ferrari nera, così come Michael Jordan e Michael Jackson. Ma il primo ad averla, e in maniera assolutamente coerente con la storia leggendaria della sua vita, fu Diego Armando Maradona. Una vettura in quel momento unica, come unico è stato Diego.

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