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La Cassazione dà ragione alla Juventus e sposta il processo Prisma da Torino a Roma

La Cassazione ha dato ragione la Juventus e ha spostato il processo dell’Inchiesta Prisma da Torino a Roma.
A cura di Vito Lamorte
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L'Inchiesta Prisma si sposta a Roma. I giudici della Quinta sezione della Cassazione hanno dichiarato l'incompetenza territoriale della Procura di Torino e così il processo si sposta nella Capitale.

Gli avvocati del club bianconero avevano chiesto di spostare la sede del processo da Torino a Milano, o in subordine a Roma: oggi si era tenuta l'udienza e la decisione era attesa nella giornata di giovedì ma in tarda serata è arrivata la risposta che i vertici della Vecchia Signora si aspettavano.

Il procuratore generale aveva ribadito verbalmente quanto scritto nelle memorie di luglio, esprimendosi per lo spostamento del procedimento a Milano, sede della Borsa; mentre i pm della Procura di Torino, Marco Gianoglio e Mario Bendoni, puntavano a mantenere il processo nel capoluogo piemontese.

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La Procura di Torino aveva contestato i reati di false comunicazioni sociali (art. 2622 cc), ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (art. 2638 cc), manipolazione del mercato (art. 185 D.Lgs 58/1998). La Juventus è indagata in qualità di persona giuridica.

Oltre al club bianconero sono coinvolte 12 persone, tra cui gli ex dirigenti juventini Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici e Maurizio Arrivabene: le accuse sono di aggiotaggio, false comunicazioni sociali e ostacolo alla vigilanza.

Il riconoscimento dell'incompetenza territoriale dei pm di Torino, come richiesto dai legali bianconeri, è un'ulteriore sconfitta per i magistrati torinesi dopo la vicenda Santoriello e l'archiviazione della "carta Orsolini" di qualche giorno fa.

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Processo Prisma a Roma, cosa cambia

I giudici di Cassazione avevano a disposizione cinque giorni per emettere la sentenza, ma si scelto di emettere un verdetto in tempi più brevi: sulla vicenda si era già espresso nelle scorse settimane il Procuratore Generale della Corte di Cassazione che aveva dato parere favorevole allo spostamento del processo.

La decisione della Cassazione costringe i p.m. di Torino a perdere l’inchiesta su cui lavorano dall’autunno del 2021. e ora il pubblico ministero di Roma dovrà ricominciare quasi da zero, esaminando tutte le informazioni e procedendo a una nuova udienza preliminare da cui dovrebbe scaturire l’eventuale rinvio a giudizio dei vari imputati e una nuova formulazione delle accuse.

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