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“La camorra è una scelta di vita”: lo aveva detto due anni fa, oggi si è preso il Grosseto

La tifoseria del Grosseto è in subbuglio per l’arrivo del nuovo proprietario, l’imprenditore casertano Nicola Di Matteo. Esposto uno striscione di contestazione: “Camorra… no grazie!!!”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Sono stati portati a compimento anche gli ultimi passaggi per la cessione delle quote di maggioranza del Grosseto dalle mani della famiglia Ceri – che resterà con partecipazione minoritaria – a quelle dell'imprenditore edile casertano Nicola Di Matteo. L'intesa tra le parti, raggiunta la scorsa settimana, è stata ufficializzata lunedì da un comunicato pubblicato sul sito del club toscano.

"L’Us Grosseto comunica di aver proceduto al cambio del proprio organo amministrativo con le dimissioni dell’intero Cda e con la nomina ad amministratore unico del signor Nicola Di Matteo – si legge nella nota – Nei prossimi giorni sarà perfezionato il passaggio del pacchetto di maggioranza al gruppo rappresentato dal signor Di Matteo, mentre una quota di minoranza resterà alla famiglia Ceri. I dettagli dell’operazione saranno comunicati a seguito della chiusura del passaggio".

Finisce dunque dopo 4 anni la gestione degli imprenditori locali Mario e Simone Ceri, che aveva riportato il Grosseto in Serie C l'anno scorso, dopo la perdita del titolo sportivo nel 2015 – in seguito alla mancata iscrizione alla Lega Pro – e la ripartenza dalla Serie D. Il nuovo proprietario tuttavia si trova a dover fronteggiare un'accoglienza non esattamente delle migliori: fin dalle prime voci sulla trattativa con Di Matteo – 69enne imprenditore edile e immobiliare di Villa Literno – parte della tifoseria biancorossa ha manifestato sui social la propria contrarietà all'operazione. Fino ad arrivare allo striscione esposto all'esterno del campo Nilo Palazzoli, dove la squadra si allena: "Camorra… no grazie!!!".

L'opposizione dei tifosi si fonda su una improvvida frase pronunciata da Di Matteo due anni fa, durante la sua presentazione al Teramo come nuovo Ad, dopo il proprio ingresso nel club abruzzese. "La camorra è una scelta di vita, io ho sempre rispettato loro, loro hanno rispettato me", aveva detto l'imprenditore casertano, provocando una bufera che lo aveva costretto ad interrompere subito la sua partecipazione societaria.

La Lega Pro infatti lo sospese da ogni evento ufficiale dopo aver effettuato "una segnalazione alla Procura Federale affinché venga aperto un procedimento e rilevato eventuali violazioni normative", mentre il Sindaco di Teramo fu durissimo nel censurare quelle parole: "La camorra è una scelta di morte e non di vita. Nessun cittadino teramano si riconosce in parole che non denuncino come la camorra, al pari di ogni altra organizzazione criminale di stampo mafioso, sia sopraffazione, delinquenza, dispregio delle leggi e della libera convivenza. Non possiamo accettare che chi si unisce alla nostra comunità in qualche modo giustifichi o ‘rispetti' quei comportamenti, quelle scelte di vita e quella cultura".

Dopo due anni Di Matteo ci riprova a Grosseto, per risollevare una piazza che al momento è ultima nel Girone B della Serie C. Servirà unità d'intenti con la tifoseria: al momento siamo lontani.

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