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Guerra in Ucraina

Il portiere soldato Vavassori molla la guerra e torna a casa: “È ora di riprendermi la mia vita”

Il messaggio su Instagram di Ivan Luca Vavassori, l’ex portiere di Serie C che era andato volontario in Ucraina per combattere contro i russi: “Torno dove sono felice e torno per riprendermi indietro tutto quello che è mio”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Dopo i timori per la sua vita, seguiti ad alcuni giorni di silenzio che avevano fatto pensare al peggio, martedì scorso il padre di Ivan Luca Vavassori aveva fatto sapere che suo figlio – l'ex portiere diventato soldato per andare a combattere a fianco degli ucraini sotto attacco della Russia – era "vivo, in ospedale". Ferito, dunque, ma non morto, e neanche tentato dalla voglia di mollare tutto e tornare in Italia, lui volontario per difendere la causa di un altro popolo.

Oggi il 30enne ex giocatore di Pro Patria e Legnano, con una parentesi anche in Bolivia con la maglia del Santa Cruz, è tornato a farsi vivo in prima persona, postando alcune storie nello spazio di alcune ore. Nella prima – scritta nella notte – sembrava determinato ad andare avanti nel sostenere le truppe ucraine contro l'invasore russo: "Ho lasciato molte cose a metà nella mia vita. È tempo per me di andare fino in fondo in qualcosa. La mia decisione non piacerà a molta gente, ma è la migliore per me".

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"Per coloro ai quali la mia decisione non piacerà, purtroppo non sono nato per compiacere tutti – scriveva ancora – grazie per i vostri consigli e le parole di aiuto, mi hanno aiutato molto mentre mi ristabilivo. Ora sto bene, con alcuni dolori ma di nuovo in forze e pronto a tutto. Dio è al mio fianco e si occuperà di me in tutto. Dio è grande, Dio è fedele". Poi nelle ore successive Vavassori aveva pubblicato altre storie, con video che mostravano immagini di soldati e mezzi militari girate da lui in soggettiva, poi ancora delle foto di un leone con frasi motivazionali a corredo.

Meno di un'ora fa l'ultimo messaggio, un po' a sorpresa: l'ex portiere molla tutto e torna in Italia. "Sono stufo, per me è abbastanza così – scrive Ivan Luca Vavassori – È ora di tornare a casa, non ho più la testa per andare avanti. Ho fatto del mio meglio per aiutare. Ho messo tempo e vita a disposizione del popolo ucraino, ma è ora di riprendermi la mia vita. Torno dove sono felice e torno per riprendermi indietro tutto quello che è mio. Le cose sono cambiate molto da quando me ne sono andato, ma sono sicuro che con l'aiuto di Dio raggiungerò i miei obiettivi. E lei è al primo posto in questi". Il ragazzo sembra alludere ad una donna, probabilmente la sua fidanzata boliviana e del resto tutti i suoi messaggi sono in spagnolo.

 Vavassori in aereo, lascia l'Ucraina
Vavassori in aereo, lascia l'Ucraina

Aquila Nera, il suo soprannome di battaglia, considera dunque conclusa la sua missione in Ucraina: in Italia lo aspetta papà Pietro, ex patron della Pro-Patria e titolare della Italsempione, mentre la madre Alessandra Sgarella, il cui nome finì in cronaca nel 1997 perché fu rapita per 10 mesi dalla ‘ndrangheta, è morta nel 2011. Genitori adottivi quelli di Ivan Luca, nato in Russia a Elektrostal. La decisione è presa: per Ivan la guerra è finita. Ora è quasi casa, è quasi amore.

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