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Il crollo di Spinazzola dopo l’infortunio, uno shock: “Vedevo buio, non volevo andare allo stadio”

Leonardo Spinazzola ha raccontato in un’intervista a DAZN i brutti momenti trascorsi durante il recupero dall’infortunio. Per il terzino della Roma qui 9 mesi sono stati come un trauma.
A cura di Fabrizio Rinelli
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La Roma sta vivendo una fase cruciale della sua stagione. I giallorossi dovranno affrontare il ritorno dei quarti di finale di Conference League contro il Bodo/Glimt e poi proseguire il cammino positivo in campionato. Attualmente al quinto posto in classifica sperando in un passo falso della Juve per sperare nella quarta posizione Champions, la squadra di Mourinho si concentra affrontando al meglio partita dopo partita. Il tecnico portoghese ha bisogno di tutta la rosa, anche di coloro i quali nel corso della stagione non sono stati mai al meglio, come Leonardo Spinazzola. Il terzino della Roma infortunatosi con la Nazionale nei quarti di finale degli Europei durante il match dell'Italia contro il Belgio, riportò la rottura del tendine d'Achille.

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Un infortunio durissimo da superare e per cui ci sono voluti ben 9 mesi prima di tornare in panchina. Contro la Salernitana, nell'ultima gara di campionato vinta in rimonta dalla Roma all'Olimpico, c'era anche Spinazzola tra i convocati. Dopo i primi allenamenti, il lavoro in gruppo e le sedute personalizzate che hanno dato esito positivo sul recupero dall'infortunio, Mourinho non ha voluto perdere tempo puntando nuovamente su di lui. In un'intervista rilasciata a ‘Supertele', rubrica in onda su DAZN, Spinazzola ha però raccontato il suo lungo calvario. Un percorso non semplice che l'ha portato a vivere momenti davvero difficili. "C'è stata anche tanta negatività, momenti di depressione, di euforia, gioia. Nove mesi di luna park".

Spinazzola durante l'intervista rilasciata a DAZN
Spinazzola durante l'intervista rilasciata a DAZN

Spinazzola ha parlato senza filtri spiegando con grande naturalezza tutte le difficoltà che ha vissuto in quei momenti: "Quando ho iniziato ad andare veloce è stato il mio momento di positività – ha specificato – Pensavo che non sarei mai tornato come prima, vedevo tutto buio e tutto nero, poi ho visto che i risultati arrivavano". Il terzino della Roma spiega perché in ogni intervista azzardava a dire che sarebbe tornato in campo tra novembre e dicembre: "Io dicevo che sarei tornato a novembre per un mio obiettivo personale anche perché vedevo infortuni di tendini che in 4-5 mesi riuscivano a guarire".

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In realtà poi non è stato così e oltre al recupero fisico, quello di Spinazzola è stato un percorso di recupero anche mentale, quasi schiacciato da quel peso di un infortunio gli ha negato la gioia di festeggiare la vittoria degli Europei in campo con tutti i suoi compagni e di vivere la nuova stagione della Roma agli ordini di Mourinho. La famiglia è stata fondamentale: "Mia moglie è stata incredibile, lei lo è sempre ma in questi 9 mesi è stata dura – ha spiegato – Vedevo i suoi suoi occhi e forse alcune volte pensava ‘quando tornerà ad essere lui'". Spinazzola rivela dettagli molto profondi di quei mesi: "Certi giorni ero in un altro mondo e facevo fatica anche con i miei figli. Ho pianto tre o quattro volte quando non riuscivo a fare delle cose".

Ora però è passato tutto e Spinazzola non vede l'ora di tornare protagonista con la Roma. Ha digerito anche lui il trauma del mancato accesso dell'Italia ai prossimi Mondiali ed è carico e concentrato ora per riprendersi la Roma di Mourinho: "Lui da ottobre mi dice di venire in panchina, poi dopo c’è stato il mio calo mentale e da lì ha iniziato a incoraggiarmi ogni giorno – ha detto – Gli avevo detto che ad aprile volevo tornare in panchina, volevo tornare in uno stadio perché prima non lo ero. Non ero pronto neanche ad andare allo stadio in borghese".

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