Gattuso CT annuncia la nuova regola della Nazionale: “È la prima cosa che ho chiesto a Buffon”

Gennaro Gattuso non ha parlato di veleno né ha avuto bisogno di "ringhiare" o fare ricorso ai luoghi comuni sull'uomo tutto d'un pezzo che usa più bastone che carota coi calciatori. Lo dice subito: "Non sono qui a fare il sergente di ferro o il poliziotto. E non ho la bacchetta magica". Su una cosa, però, ha lasciato intendere che non transige ed è stata la prima richiesta fatta da nuovo commissario tecnico della Nazionale al presidente federale, Gravina, e a Gigi Buffon che erano accanto a lui in conferenza stampa.
"Chi è convocato e non sta benissimo, anche se ha solo un problemino, deve restare a Coverciano come accadeva ai miei tempi. Abbiamo tutto quello che ci occorre per gestire i giocatori. Dobbiamo fare così se vogliamo essere credibili e non creare delle scuse o precedenti. Poi se non riesce a guarire può tornare al club di appartenenza".
Messaggio semplice, forte e chiaro anche se pronunciato usando toni smussati, parole soft e una battuta: "Se avessi pensato solo al mio fisico avrei giocato il 50% delle partite". L'esperienza e il linguaggio da selezionatore devono essere per forza di cose differenti, ecumenici, unire e non dividere. Ecco perché ha usato accenti concilianti augurandosi di riuscire a creare un ambiente "familiare", dove "prevale il noi e non l'io" e si respira l'orgoglio di "indossare la maglia Azzurra anche se pesa tanto", dove in campo si lavora e "si va a cento all'ora perché quando inizia l'allenamento bisogna pedalare". Tutte cose che, almeno nell'ultimo periodo di Spalletti, sono venute a mancare considerato il momento delicato della stagione e certe frizioni come il caso Acerbi.

Sulla questione che ha agitato le acque in Nazionale s'è espresso in maniera molto chiara: "Acerbi sta dando tanto al calcio, c'è grande rispetto e stima nei suoi confronti, ma con lui non ho parlato. Da parte mia però ci saranno scelte diverse. Nulla contro di lui, ma tra i 35 che ho chiamato non c'era. Ho contattato giocatori più giovani e che penso ci possano dare qualcosa vedremo".
Gattuso evita il discorso sui moduli, precisa che la cosa importante è come si vuole stare in campo. È il punto di partenza per scegliere anche gli interpreti, i giocatori, e "metterli posto giusto, nelle condizioni di creare gioco per fare male agli avversari. Poi i moduli a tre oppure a quattro lasciano il tempo che trovano".

Marcello Lippi, l'ultimo ct a vincere un Mondiale nel 2006, lo a chiamato e ha speso parole lusinghiere per l'ex centrocampista che fu uno degli artefici di quella vittoria bellissima. Gattuso trae da quell'esperienza linfa vitale: "Spero di fare ciò che ha fatto lui, ma non alzare la Coppa del mondo ma creare quella alchimia che aveva creato lui. Vedere i giocatori che vengono a Coverciano con il sorriso".