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Superlega europea di calcio

Dopo l’Inter anche il Milan sta per lasciare la Superlega, ma Juve, Real e Barça vogliono i danni

È guerra totale non solo tra l’UEFA e i ‘ribelli’ ancora determinati ad andare avanti col progetto Superlega, ma anche tra questi ultimi e i club che invece hanno scelto di fare un passo indietro per non incorrere nelle sanzioni più pesanti. Juventus, Real Madrid e Barcellona minacciano cause milionarie nei confronti delle 8 società ‘pentite, tra cui c’è anche l’Inter. Pure il Milan sta per seguire le orme dei cugini nerazzurri e lasciare definitivamente il progetto.
A cura di Paolo Fiorenza
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Una cosa è certa: il grande caos generato dalla nascita e poi dalla rapida fine della Superlega è ben lontano dal vedere la fine. Se da un lato c'è l'UEFA che pressa i club che hanno dato vita al progetto affinché firmino un documento condiviso in cui rinunciano formalmente alla competizione in cambio di sanzioni più lievi, dall'altro i ‘ribelli' più determinati non mollano ed anzi minacciano di rivalersi sui ‘fuggitivi' con cause milionarie.

È il New York Times a svelare lo scenario di battaglia totale e su più fronti che si sta dispiegando sul tavoliere del calcio europeo. Il presidente dell'UEFA Alexander Ceferin ha detto chiaramente che tratterà i club ‘pentiti' in maniera più mordiba di quelli che rifiutano di arrendersi. Per i primi insomma potrebbe alla fine esserci una multa, mentre per i duri e puri il procedimento disciplinare davanti all'UEFA rischia di produrre il massimo della pena, ovvero due anni di squalifica dalle coppe europee.

Secondo documenti e messaggi in possesso del NYT, 8 dei 12 membri fondatori della Superlega hanno accettato di firmare la dichiarazione richiesta dall'UEFA in cui prendono le distante formalmente e per sempre dalla competizione: i 6 club inglesi, l'Atletico Madrid e l'Inter. Il quotidiano aggiunge che anche il Milan è sul punto di prendere la stessa decisione. A quel punto resterebbero solo in tre, ovvero Juventus, Real Madrid e Barcellona, numero peraltro non banale, visto che in caso di abbandono di 9 membri su 12 il contratto della Superlega ne decreterebbe automaticamente la fine, potendosi forzare la liquidazione dell'ente che è stato creato ad hoc per gestire la competizione. Questo scioglimento è uno dei requisiti dell'UEFA per mettere fine all'intero capitolo per i club coinvolti ed è il motivo per cui Ceferin sta provando a portare dalla propria parte anche il Milan, che sarebbe il nono club ad abbandonare il progetto.

I club ‘pentiti' hanno dunque detto all'UEFA che firmeranno una lettera in cui confermeranno la loro intenzione di andarsene dalla Superlega. Tuttavia nella bozza della lettera in questione, visionata dal NYT, sottolineano che se tutte e 12 le squadre non raggiungeranno un accordo, gli sforzi per rilanciare la competizione potrebbero essere fuori dal loro controllo. Nella lettera dei club che hanno fatto marcia indietro si dice ancora che l'UEFA "riceverà prontamente" i dettagli delle misure formali che ogni club ha preso per liberarsi dai propri obblighi nei confronti della Superlega.

Dall'altra parte della barricata ci sono invece i 3 club che non ne vogliono davvero sapere di rinunciare al "nuovo calcio" che dovrebbe garantire i proventi necessari per far fronte alle loro difficoltà economiche e minacciano di portare avanti un'azione legale per dimostrare che le attuali regole del calcio sono incompatibili con le leggi sulla concorrenza e sul libero scambio. In un'altra lettera, anch'essa visionata dal NYT, Juventus, Real Madrid e Barcellona accusano inoltre le squadre che hanno pubblicamente dichiarato di voler lasciare la Superlega di aver commesso una "violazione materiale" dell'accordo tra i ‘fondatori'. La lettera avverte che andare oltre, firmando una dichiarazione in cui ci si impegna a garantire fedeltà all'UEFA, esporrebbe quei club (tra cui l'Inter, nonché il Milan qualora desse seguito alle proprie intenzioni) a danni significativi. Dove per significativi si deve intendere milionate a vagoni. No, la vicenda non è davvero finita.

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