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de Ligt risponde a Bonucci: “Un club come la Juve non può accontentarsi di due quarti posti”

Matthijs de Ligt ha risposto alle accuse di mancanza di rispetto avanzate da Leonardo Bonucci con parole molto severe: il difensore del Bayern Monaco ha argomentato il suo punto di vista per evitare ulteriori fraintendimenti.
A cura di Vito Lamorte
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Continuano gli strascichi dopo la fine del rapporto tra Matthijs de Ligt e la Juventus. In realtà solo il calciatore olandese e la società bianconera sanno davvero come si sono lasciate le due parti ma da qualche settimana va avanti una sorta di botta e risposta che il qualche modo ha coinvolto anche Leonardo Bonucci.  

Il capitano bianconero ha accusato l'ex compagno di aver ‘mancato di rispetto‘ alla Vecchia Signora con le sue parole dopo l'approdo al Bayern Monaco ma de Ligt alla vigilia del match di Bundesliga tra i bavaresi e il Wolfsburg ha risposto a tono a quelle pesanti affermazioni: "Le mie dichiarazioni di giugno? Ho detto semplicemente quello che la stessa Juventus pensava: un club di quel prestigio non può accontentarsi di due quarti posti consecutivi".

Il calciatore classe 1999 ha argomentato il suo punto di vista per evitare nuovi ed ulteriori fraintendimenti: "Ho detto semplicemente quello che pensavano tutti, che sarebbe stato giusto alzare l'asticella, me compreso. Mi dispiace essere stato male interpretato, non volevo assolutamente mancare di rispetto: le mie parole non sono state un attacco alla Juve".

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Matthijs de Ligt ha voluto sottolineare ancora come la Juventus sia stata una parte importante della sua crescita ma che era arrivato il momento di cambiare perché non sentiva più la stessa fiducia: "Non dimenticherò mai come i miei ex compagni di squadra mi hanno aiutato nella crescita come calciatore e come persona. Nel mio ultimo anno, con Louis van Gaal in nazionale e Massimiliano Allegri, per la prima volta in carriera, ho avuto due allenatori che non mi hanno inserito nella formazione titolare perché non si sentivano sicuri delle mie prestazioni. Prima di allora ho sempre avuto tecnici per i quali ero un punto fermo e per cui era molto più facile giocare. Alla Juventus ho imparato che tutte le motivazioni devono nascere dentro di te".

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