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Cristiano Lupatelli, il portiere con la 10: “Mi chiama Gattuso all’improvviso: vieni in Nazionale”

Cristiano Lupatelli ha parlato a Fanpage.it del suo nuovo incarico nella Nazionale Italiana. È entrato a far parte dello staff di Gattuso dopo il suo arrivo in azzurro al posto di Spalletti: “È nato tutto così, all’improvviso”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Cristiano Lupatelli oggi è il preparatore dei portieri dell'Italia. Entrato a far parte dello staff del CT Gattuso dopo la sua nomina, oggi l'ex portiere di Roma, Chievo e Fiorentina – fra le tante – ha ottenuto questa nomina insieme a Roberto Perrone. Lupatelli già nel 2024 era stato nominato preparatore dei portieri della Nazionale Under 16 italiana. Ai microfoni di Fanpage, l'ex portiere della Roma con cui ha anche vinto lo storico Scudetto dei giallorossi con Fabio Capello in panchina, Lupatelli ha raccontato il suo percorso tra aneddoti e curiosità fino ad arrivare ad oggi con questo nuovo e prestigioso incarico:

"È successo un po' così all'improvviso e queste sono cose che fanno piacere insomma". Nel corso dell'intervista Lupatelli ha anche rivissuto i magnifici momenti della sua esperienza al Chievo, squadra capace di scrivere una pagina di storia del calcio italiano. L'ex portiere ricorda in quegli anni lo scandalo Luciano-Eriberto: "Da un giorno all'altro era sparito e non si trovava più". Oggi la telefonata di Gattuso ha completamente cambiato la sua carriera.

Come è cambiata la vita di Lupatelli oggi dopo la telefonata di Gattuso?
"Onestamente mi ha fatto molto piacere, è un onore poter essere parte integrante dello staff della Nazionale. Dunque è stato un enorme piacere e un'enorme soddisfazione, un onore".

Lupatelli ai tempi del Chievo.
Lupatelli ai tempi del Chievo.

Com’è avvenuta la nomina in Nazionale maggiore?
"È avvenuta un po' così all'improvviso. Ho parlato con il mister e c'era questa possibilità di dare una mano di entrare nello staff insieme al mister Perrone e al mister dei portieri. Queste sono cose che fanno piacere".

Che squadra ti sei ritrovato davanti?
"Ho visto tanto entusiasmo e disponibilità da parte dei ragazzi che hanno voglia di far squadra, di raggiungere l'obiettivo".

Il gruppo credi si sia amalgamato subito?
"In nazionale per quello che ho visto si è creato un bello spirito di gruppo. E speriamo che continui così perché l'intento comune di tutti è quello di raggiungere l'obiettivo che ci siamo prefissati".

Lupatelli in porta col Bologna.
Lupatelli in porta col Bologna.

Sei stato un portiere sempre molto amato in Italia, a partire da quella numero 10 sulle spalle, perché quella decisione?
"Era nata un po' per gioco con qualche amico, alcuni dei quali non sono neanche appassionati di calcio, e dopo si è presentata davvero la possibilità di prendere quel numero ed è stata una cosa molto simpatica".

Raccontaci quello Scudetto alla Roma, hai condiviso lo spogliatoio con Totti, Batistuta e Montella.
"Era uno spogliatoio che, tolto me (ride ndr), era formato da grandissimi campioni che hanno inciso e scritto, una pagina bella della Roma. Io arrivavo dall'Andria, figurati, ero giovanissimo e arrivavo dalla Serie B, dunque tolto me, diciamo, appunto era uno spogliatoio sicuramente importante".

Il tuo ricordo di quell'Olimpico strapieno.
"L'ultimo partita con il Parma in casa dove ancora non c'era la matematica, mi ricordo che lo stadio era tutto esaurito, è un'immagine difficile da dimenticare".

Totti ti ha mai raccontato la vera storia del suo mancato trasferimento al Real Madrid?
"No, a me onestamente no, però alla fine penso che sia stata una bella storia quella di Totti alla Roma perché ha dimostrato il vero attaccamento alla maglia, cosa che adesso è un pochino più rara".

Ci racconti la storia del salame da affettare alle 7 del mattino alla Fiorentina? Era un rituale?
"Era mia abitudine ogni tanto condividere dei momenti anche con chi lavora un pochino dietro le quinte, tipo magazzinieri, fisioterapisti. E così il pomeriggio dopo allenamento, c'erano dei momenti di relax, divertenti, che vivevamo in questo modo un po' spensierato".

Luciano con la maglia del Chievo.
Luciano con la maglia del Chievo.

Cos’era il Chievo dei miracoli e come si riuscii a creare quella magia all’interno dello spogliatoio?
"Era un grande gruppo di uomini, soprattutto anche dei bravi giocatori e anche il mister lì ha inciso molto, devo dire, sotto l'aspetto sia tattico, che mentale si era creato questo gruppo e alla fine del campionato un po' inaspettato per tutti, siamo arrivati quinti".

Hai vissuto anche la vicenda Eriberto-Luciano, come la prendeste in squadra?
"Da un giorno all'altro era sparito e non si trovava più Eriberto, diciamo. Non c'erano più notizie e poi piano piano uscivano cose, e si venne a sapere di quel problema e del cambio del nome. Siamo rimasti tutti un po' tutti spiazzati, però alla fine lo abbiamo riaccolto normalmente quando è tornato con la massima comprensione possibile. Era una cosa onestamente pesante per lui, era tornato in Brasile a risolvere questo problema e finché la cosa non era sistemata, non avevamo notizie".

Marazzina ha parlato di te come di un continuo aneddoto? Oggi l’uomo spogliatoio quanto è fondamentale in una squadra?
"Sì, ci sono delle figure magari che sono importanti perché riescono a fare gruppo, a creare quel clima che unisce un po' tutti. Se c'è una grande coesione di squadra si riesce a sopperire a dei limiti, andare oltre. Dunque sono figure che secondo me, così come accade in tutti i gruppi, in qualsiasi ambito, fanno un po' la differenza".

Qual è la prima cosa che ti ha colpito oggi allenando Donnarumma?
"Mi ha colpito sicuramente sia lui che anche gli altri, devo dire che sono quattro portieri di altissimo livello. Percepisci il talento e il livello che hanno loro e che hanno dimostrato e dimostreranno in futuro sicuramente".

Donnarumma durante gli allenamenti con l’Italia.
Donnarumma durante gli allenamenti con l’Italia.

Che momento sta vivendo la nuova generazione di portieri?
"C'è stato un piccolo periodo dove c'era, qualche carenza, però ad ora penso che i portieri italiani siano di ottimo livello, lo stanno dimostrando e, ripeto, oltre a Donnarumma ci sono anche Vicario, Meret, Carnesecchi, Di Gregorio tutti i portieri di alto livello e lo stanno dimostrando anno dopo anno".

Cosa significa oggi meritare la Nazionale?
"Se un giocatore viene chiamato in Nazionale sicuramente avrà dimostrato qualcosa. Io non ci ho mai giocato, ma penso che se un giocatore viene chiamato in Nazionale sicuramente avrà dimostrato nel proprio club di poterci stare e poi di poter meritare una chiamata".

Anche dalla Serie B?
"Credo che se un giocatore è bravo, a prescindere dalla categoria, se il mister intravede qualcosa di buono, sicuramente fa bene a chiamarlo".

Cos’è successo in Ungheria tra Israele e Italia a fine partita?
"Onestamente sono argomenti in cui non voglio entrare perché sono più grandi di me. Io penso solo al calcio, al calcio giocato. Per quanto riguarda ciò che è accaduto in campo onestamente non ho visto nulla. Ho visto solo le immagini dopo la partita, ma non so cosa sia successo di preciso. Ma sicuramente non è accaduto nulla nemmeno all'interno dello spogliatoio".

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