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Cristian Chivu: “Sarei rimasto ancora al Parma firmando il rinnovo, poi è intervenuta l’Inter”

Chivu è ha raccontato il passaggio sulla panchina dell’Inter, arrivato dopo l’improvviso addio di Inzaghi: “Non hai mai pace, sei sempre sotto pressione per i risultati”
A cura di Ada Cotugno
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Cristian Chivu ha ricevuto il premio come miglior allenatore rumeno dell'anno, un riconoscimento per il suo lavoro al Parma e per il salto di qualità che ha fatto sulla panchina dell'Inter: si è ritrovato nella sua ex squadra da tecnico, prendendo in mano un gruppo reduce dalla sconfitta in finale di Champions League e provato dall'addio improvviso di Simone Inzaghi che ha lasciato qualche cicatrice.

Intervistato da Gazeta Sporturilor il nerazzurro ha parlato del suo 2025 che è stato pieno di emozioni e che lo ha riportato a Milano alla guida della squadra per la quale ha giocato. Non è stato semplice sopportare la pressione del nuovo ambiente e anche il passaggio all'Inter è stato piuttosto burrascoso.

Chivu ha vinto il premio di miglior allenatore rumeno del 2025
Chivu ha vinto il premio di miglior allenatore rumeno del 2025

Chivu racconta l'arrivo all'Inter

L'allenatore ha ricevuto il premio in Romania, un riconoscimento importante per il lavoro che ha svolto nel 2025: dopo la chiamata dell'Inter la sua carriera è cambiata, sta cominciando ad accumulare esperienza nei palcoscenici più importanti cercando di riorganizzare la squadra reduce da una stagione molto difficile. I nerazzurri lo hanno chiamato dal Parma proprio mentre stava rinegoziando il suo contratto: "Sarei rimasto al Parma, avrei dovuto prolungare il contratto, ero in un periodo di rinegoziazione. Ma l'Inter è intervenuta perché Simone Inzaghi se n'era andato e io ho avuto la fortuna di essere nominato allenatore qui".

Si è ritrovato in un ambiente che conosceva da calciatore, ma che da allenatore assume connotazioni completamente diverse. La pressione è tanta e portare i risultati a casa è una priorità alla quale ha dovuto abituarsi in fretta: "Non hai mai pace, sei sempre sotto pressione per i risultati. Giochi ogni tre giorni, non hai nemmeno il tempo di allenarti. Ho avuto un’esperienza simile da giocatore, ora da allenatore".

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