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Calcio in streaming: Guardia di Finanza chiude circa mille siti pirata in Italia

La Guardia di Finanza sta procedendo da questo weekend ad un ulteriore giro di vite contro la pirateria online per la trasmissione fraudolenta dello streaming delle partite di calcio. 1.000 siti sono già stati oscurati in una attività che si sta svolgendo insieme alla Procura di Napoli. Avvisati anche gli utenti, con un cartello che ravvisa il servizio illegale.
A cura di Alessio Pediglieri
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Mentre tutti i campionati e la stagione sta entrando sempre più nel vivo, non si arresta la lotta alla pirateria sportiva. Una guerra ai siti fraudolenti online che minano da sempre gli investimenti di chi ha scommesso sul calcio e sul suo prodotto ma che ciclicamente si ritrova a dover fare i conti con uno streaming di dirette delle partite, fraudolento. Così, proprio alla viglia di questo weekend, in Italia – Paese che non si contraddistingue per nulla in questa pessima abitudine online – la Guardia di Finanza ha promosso un nuovo giro di vite verso tutti quei siti pirata e fuori legge. Provando a intimorire anche chi ne fa utilizzo, pur sapendo di infrangere le norme in vigore.

Dopo mesi di accurate indagini la Gdf è tornata a bloccare diffusione delle partite e servizi a pagamento senza le necessarie autorizzazioni: oltre settecento siti web e 300 piattaforme Iptv ("Internet Protocol Television", sistema di trasmissione di segnali televisivi su reti informatiche basate sui protocolli TCP/IP via internet) sono stati oscurati. La trasmissione di contenuti a pagamento bypassati con siti pirata sono stati dunque messi al bando dalla Guardia di Finanza all'interno della rete online italiana.

L'attività delle forze dell'ordine rientra nell'ambito di una indagine più ampia e che il Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche delle Fiamme Gialle sta svolgendo da diverso tempo in coordinamento con la procura di Napoli. L'attività è tuttora in corso e le autorità hanno garantito che si procederà costantemente anche nelle prossime ore. Obiettivo? Fermare centinaia di pagine on line che propongono le partite senza pagare alcunché cercando di frenare ancora una volta un mercato sommerso di svariati milioni di euro. Sensibilizzando – anche con il timore di ripercussioni personali – gli stessi utenti: mentre diverse persone guarderanno le partite su queste piattaforme comparirà infatti un cartello che avvisa gli utenti di stare utilizzando un servizio illegale, con il rischio di poter essere perseguiti per legge.

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