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Bonucci ritrova il Porto dopo la lite con Allegri che lo mandò sullo sgabello

Negli ottavi di finale di Champions League la Juventus ha pescato il Porto. Il bilancio dei precedenti è favorevole ai bianconeri ma per Bonucci quel match evoca ricordi amari: dopo una lite con Allegri in campionato, pagò quell’alterco durante il match col Palermo con l’esclusione dai convocati. E finì in tribuna, seduto sullo sgabello.
A cura di Maurizio De Santis
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Leonardo Bonucci seduto sullo sgabello in tribuna a Oporto. Il sorteggio degli ottavi di finale di Champions – la Juventus ha pescato il Porto – riporta alla memoria uno dei momenti peggiori del difensore bianconero a Torino. Fu la goccia che fece traboccare il vaso e, a fine stagione, con la misura colma nel rapporto con Massimiliano Allegri, lo spinse a lasciare la ‘vecchia signora' per accettare il trasferimento al Milan. Tre anni dopo quella partita (era il 22 febbraio, si concluse con la vittoria scandita dalle reti di Pjaca e Dani Alves tra il 72° e il 74°), il centrale ritrova all'avversario che rivelò bene augurante in quell'annata che portò la Juve in finale a Cardiff.

Perché Bonucci era stato escluso dalla formazione? Bisogna riavvolgere il nastro e tornare indietro nel tempo fino a quando la sequenza videoclip non mostra lo scontro lo verbale tra il calciatore e il tecnico avvenuto addirittura in campo e poi proseguito anche nello spogliatoio. Accadde durante il match di campionato con il Palermo: da un lato il giocatore che non condivideva alcune indicazioni, dall'altro Allegri che nno tollerò quell'atteggiamento. Ne nacque un battibecco a distanza, sul rettangolo verde. L'epilogo fu durissimo per il difensore. Il tecnico livornese non gli impedì di partire con il resto della squadra ma lo tagliò dai convocati per l'incontro. L'immagine del numero 19 accomodato su uno scranno, nei pressi di Nedved e a Marotta (allora dirigente juventino), fece il giro del mondo e ribadì come non ci fossero margini per ricucire il rapporto. "Ci sono stati dei momenti in cui è volata la lavagna", raccontò in un'intervista.

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La tregua venne sancita poco dopo. Si arrivò fino al termine della stagione con l'appuntamento clou della finale di Champions in Galles: da un lato la super potenza Real Madrid, che aveva tra le proprie fila Cristiano Ronaldo al massimo della condizione; dall'altro la Juventus che tentava per la seconda volta in tre anni (nel 2015 venne battuta a Berlino dal Barcellona, in panchina c'era sempre Allegri) la conquista del trofeo vinto per l'ultima volta nel 1996. Il gol di Mandzukic in rovesciata illude i bianconeri, la replica dei blancos – in quell'occasione con la maglia viola – fu dirompente: finì 4-1 per gli iberici. Bonucci lasciò Torino per andare al Milan, cedendo alle lusinghe di Fassone e Mirabelli.

L'esperienza a San Siro, complice una stagione negativa per il ‘diavolo', fu da dimenticare: il difensore passò dai buoni propositi ("spostare gli equilibri") al ritorno sui propri passi, ammettendo che vestire la maglia rossonera era stato un "errore". Perché aveva fatto quella scelta? "Non ne potevo più e sentivo che mancava qualcosa – disse Bonucci -. Poi col passare del tempo ho capito che in quel momento avevo preso una decisione senza essere del tutto lucido".

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