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Alessandro Nesta racconta i soldi messi nelle buste al Milan: “Maldini ci diceva quanto mettere”

Alessandro Nesta racconta cosa significava vincere nel Milan di Berlusconi: anche il personale di Milanello era ben ricompensato, non solo dal club rossonero: “Passava Maldini per le buste. Andavamo in cucina… ‘grazie di tutto’… boom! Certe sassate gli arrivavano”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Alessandro Nesta nel 2002 veniva dalla Lazio di Cragnotti, dove già aveva vinto tanto, ma l'approdo al Milan di Berlusconi, quando aveva 26 anni, gli fece conoscere un livello ancora più alto, dove ogni più piccolo dettaglio – dentro e fuori Milanello e San Siro – era proiettato a raggiungere un solo feroce obiettivo: vincere, sempre e ovunque. E quel Milan, soprattutto con Ancelotti in panchina ma anche col primo Allegri, vinse tantissimo: Nesta in un decennio di militanza rossonera mise in bacheca due Scudetti, due Champions League, un Mondiale per Club, oltre ad altri sei trofei. Di quella squadra tutti hanno negli occhi le vittorie sul campo, ma quello che accadeva fuori non era meno importante: non solo allenamenti tirati al massimo, ma anche un club che non faceva mancare niente ai giocatori, mentre questi ultimi a loro volta ridistribuivano una parte dei loro ricchissimi guadagni al numeroso personale che lavorava per il Milan.

Il Milan di Berlusconi raccontato da Nesta: le vittorie facevano contenti tutti, arrivava il doppio stipendio

Quest'ultimo aspetto di come si costruisce un team dominante, cementando tutte le sue componenti, è stato raccontato da Nesta al podcast ‘BSMT' di Gianluca Gazzoli. Al Milan vincere doveva per forza essere l'imperativo, anche per via dei premi che il club rossonero riconosceva a chiunque ci lavorava, ad ogni livello: "Se pareggiavi in casa, faccio un esempio, con l'Empoli, non ti parlavano neanche i giardinieri a Milanello, ti guardavano male, sai perché? Perché avevano il premio, pure i giardinieri, a fine anno. Eh sì, il pres (Berlusconi, ndr) metteva il premio se si vinceva la Coppa Italia, etc. Stipendio doppio per tutti… per tutti, giardinieri, camerieri. Perciò andavano tutti a 200, quando non vincevi ti iniziavano a guardare… Rompevano tutti, perciò tu lo sapevi".

Alessandro Nesta fa il gesto del doppio stipendio che il Milan di Berlusconi elargiva a tutti
Alessandro Nesta fa il gesto del doppio stipendio che il Milan di Berlusconi elargiva a tutti

La ricompensa ‘extra' da parte dei calciatori per chi lavorava a Milanello: "Passava Maldini a raccogliere i soldi per le buste"

Ma il personale del Milan "andava a 200", cercando di contribuire in ogni modo alle vittorie della squadra, non solo perché sapeva che sarebbe stato gratificato dal club, ma anche perché c'era la consuetudine che anche i calciatori avrebbero ricompensato di tasca loro chi si era adoperato con tanta abnegazione per aiutarli a vincere: "In più noi quando vincevamo facevamo le buste – racconta Nesta – C'era l'addetto alle buste che passava a Milanello, dava i soldi a tutti… camerieri, cucina… boom! Che ne so, vincevamo la Champions League, la società gli dava doppio stipendio, ma noi facevamo le buste, noi giocatori. Lo abbiamo sempre fatto".

Nesta e Paolo Maldini tolgono il respiro a Wayne Rooney in un Manchester United–Milan di Champions nel 2007
Nesta e Paolo Maldini tolgono il respiro a Wayne Rooney in un Manchester United–Milan di Champions nel 2007

In quelle occasioni era il capitano a procedere con la raccolta del denaro, ovvero Paolo Maldini: "C'era il Malda che diceva quanto doveva tirare fuori ognuno di noi, tiravamo fuori i soldi, c'erano tutte le buste. Andavamo in cucina… ‘grazie di tutto'… boom! Certe sassate gli arrivavano. Perché noi prendevamo il premio e poi lo dividevamo, perché per noi non era tanto, ma dare tot a loro… Noi arrivavamo magari da Londra alle 4 di notte a Milanello e dovevamo mangiare, perché poi dovevamo recuperare, e c'era il cameriere che sorrideva. Ma tu dimmi un cameriere che alle di 4 notte lo svegli per farti fare la cena… ti mandavano a cagare tutti. A Milanello no… a Milanello tutti andavano, perché tutti avevano poi un riscontro anche economico".

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