Tifosi furiosi con LeBron James, la “Second Decision” che ha fermato gli Stati Uniti è un bluff

Gli Stati Uniti avevano trattenuto il fiato da ieri, da quando LeBron James aveva annunciato con un video ‘teaser' – che aveva totalizzato 60 milioni di visualizzazioni – che alle 18 di oggi (ora italiana, le 12 della Costa Est in America) avrebbe fatto un annuncio solenne riguardo alla sua "Second Decision", un chiaro riferimento alla prima "Decision", presa l'8 luglio del 2010, quando aveva comunicato che lasciava dopo 7 stagioni i Cleveland Cavaliers per firmare con i Miami Heat come free agent. In molti pensavano che il campionissimo di Akron, attualmente in forza ai Los Angeles Lakers, potesse annunciare il suo ritiro, invece alla fine si trattava di una nuova partnership commerciale. E molti tifosi non l'hanno presa bene.
La "Second Decision" di LeBron James è un bluff: annuncia una partnership commerciale
LeBron non ha neanche atteso le 18, visto che è stato ‘bruciato' di un'ora e mezza (ovviamente il tutto era concordato) dall'azienda francese produttrice di liquore di cui è diventato testimonial, limitandosi poco dopo a ripostare il messaggio di quest'ultima aggiungendovi delle emoji divertite, oltre a quella della corona che allude al suo status di ‘King James'.
Il 4 volte campione NBA, nonché immortale detentore di una serie infinita di record individuali (e il tassametro corre ancora), è apparso nel video assieme a un'intervistatore, che gli ha chiesto: "LeBron, i tifosi vogliono sapere dove porterai il tuo talento quest'anno. Qual è la tua decisione?". James ha fatto finta di essere indeciso sulla risposta, prima di annunciare la sua nuova partnership commerciale e brindare col cognac a lui intitolato.
Nessun ritiro dunque, almeno per ora, da parte del leggendario campione che spera di vincere un altro titolo coi Lakers sfruttando la combo col nuovo arrivato Luka Doncic. James si accinge a entrare nella sua 23sima stagione da giocatore NBA, nessuno mai prima ci era riuscito: un esempio di longevità mostruoso, soprattutto considerando il livello (altrettanto mostruoso) con cui dà spettacolo tuttora ogni volta che scende in campo.