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LeBron James è più decisivo che mai: i Lakers battono Memphis nel segno del Re

A 38 anni, il Re non ha ancora abdicato e si è preso il palcoscenico nei momenti decisivi del match. Il pareggio alla fine dei tempi regolamentari, il tiro che chiude i supplementari.
A cura di Luca Mazzella
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Le parole più inopportune mai sussurrate. Pochi giorni fa Dillon Brooks, l'ala canadese dei Memphis Grizzlies ormai nota al grande pubblico più per le grottesche dichiarazioni che per le gesta sul campo (poche a dire il vero, soprattutto con la palla tra le mani) aveva rapidamente archiviato una domanda su LeBron James al termine di gara 2 tra Grizzlies e Lakers rispondendo "É troppo vecchio, inizierò a rispettarlo quando segnerà 40 punti contro di me", facendo letteralmente esplodere il web al pensiero di una risposta immediata del Re.

Nel giro di due partite, tuttavia, pur non avendo accontentato la richiesta del suo avversario, James si è tolto la discreta soddisfazione di portarsi sul 3-1 nella serie di primo turno contro Memphis e mettere nel mirino la semifinale Playoffs, oggi distante un successo, che vedrebbe Los Angeles impegnata contro la vincente di Warriors-Kings. E se in gara 3 il contributo di LeBron, al di là dei punti segnati (25) non era stato così impattante sulla gara, quanto combinato stanotte dovrebbe essere bastato per evitare nuove improvvide uscite di Brooks, che non a caso per la seconda partita di fila ha evitato di rilasciare dichiarazioni ai media uscendo dall'Arena.

LeBron, oltre a chiudere con una partita da 22 punti, 20 rimbalzi, 7 assist e 2 stoppate che lo ha reso il più anziano di sempre con una prestazione da 20-20 in post-season e il primo in gialloviola a riuscirsi dai tempi di Shaquille O'Neal nel 2004, si è preso il palcoscenico nei momenti decisivi del match, che i Lakers hanno rimesso in piedi anche grazie a un ultimo quarto importante di D'Angelo Russell (3 triple di fila) e alla solita incredibile lucidità di Austin Reaves, sempre più giocatore di maggior affidamento palla in mano alle spalle del numero 6. James ha prima pareggiato la partita con 0.8 decimi da giocare, battendo in palleggio Tillman e superando con un layup poggiato sull'estremità del tabellone l'aiuto di Jaren Jackson Jr, fresco Difensore dell'Anno.

Poi, non contento, è arrivato alla resa dei conti proprio con Dillon Brooks a 30 secondi da fine supplementari, segnando con il fallo subito e archiviando di fatto la partita. Un uno-due che ci conferma come, pur con meno benzina nel serbatoio e un chilometraggio ormai evidente in termini di usura fisica, il nativo di Akron abbia ancora gettoni da spendere e soprattutto scelga oculatamente i momenti per farlo, confidando nel supporting-cast e nelle prestazioni di Anthony Davis da primo violino (questa notte non brillante in attacco ma ancora una volta devastante in difesa con tanto di stoppata sul tiro di fine regolamentari)

Niente male per un giocatore che ha compiuto 38 anni lo scorso dicembre ed è reduce da un infortunio arrivato proprio a ridosso della fase più importante della stagione. Questi Lakers però, pur con qualche black-out di troppo soprattutto in attacco, dove spesso e volentieri la palla resta troppo ferma proprio nelle mani di James o in post attendendo che uno tra lui e Anthony Davis inventino qualcosa, hanno una profondità di roster e la possibilità di schierare quintetti fisici e difensivi come poche altre possono permettersi nella lega.

E anche con un LeBron "normale" per gran parte della partita e in missione nei momenti clutch rischiano non solo di eliminare la squadra arrivata seconda nella Western Conference, ma anche di avere chance più che legittime di anello. D'altronde, se non è arrivata la risposta che Brooks cercava e i famosi 40 punti, è anche perché probabilmente James sta conservando sufficienti energie per spendersi in gare ancora più importanti di un primo turno che sembra ormai indirizzato.

La prospettiva che il giocatore forse più forte di tutti i tempi abbia ancora colpi in canna da giocarsi nelle prossime settimane non fa che rendere questa post-season ancora più emozionante. E se, come sembra, la grande favorita Milwaukee rischia di essere eliminata dall'ultima qualificata a Est ovvero i Miami Heat, le 8 squadre che resteranno in gioco nelle semifinali di Conference avranno davvero tutte pari possibilità di mettere l'anello al dito.

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