45 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

LeBron James continua a collezionare record, ma i Lakers sono a un passo dal baratro

Il “Re” festeggia il raggiungimento del rimbalzo numero 10.000 e si porta ad appena 90 assist dall’impressionante 30-10-10 in carriera. Eppure, tutto ciò non basta.
A cura di Luca Mazzella
45 CONDIVISIONI
Immagine

Realizzare una tripla-doppia, nonostante sia diventata una statline sdoganata negli ultimi anni e in un certo senso facilitata dai ritmi di gioco attuali e anche dallo stesso modo di concepire le statistiche in NBA, è sempre difficile. Non è un caso che per quanto accessibili siano certi numeri, alla fine i protagonisti della categoria si rivelano essere sempre gli stessi. Tra questi c'è indubbiamente LeBron James, il cui stato di forma da ormai più di un mese non può che esaltare gli appassionati di basket e i tanti seguaci del giocatore più iconico e rappresentativo dell'NBA moderna.

Il Re, infatti, da stanotte è ancora più vicino a un record che in un certo senso ricorda una tripla doppia, ma di tutt'altre proporzioni: oltre 30.000 punti, oltre 10.000 rimbalzi, oltre 9.000 assist. La carambola numero 10.000 raccolta sotto i tabelloni nella sfida contro i Pacers lo ha infatti reso il primo giocatore della storia a toccare quota 30-10-9k, appunto una quasi-tripla-doppia, con l'imminente possibilità (è a 90 assist dal traguardo) di creare un club tutto suo, almeno 30.000 punti, almeno 10.000 rimbalzi, almeno 10.000 assist.

I Lakers a un passo dal baratro

Raccontare la stagione dei Los Angeles Lakers ormai, partita dopo partita, sta diventando sempre più semplice e scontato nel prevedibilissimo copione seguito: LeBron James che colleziona incredibili numeri e si issa sempre più alto tra i record-men della lega, Russell Westbrook additato ogni sera come capro espiatorio (tutto giustissimo, per carità, ma il problema sta nell'averlo acquistato sacrificando un roster intero senza interrogarsi sulla sua compatibilità con James e sulla cessione di tanti fondamentali difensori perimetrali), Frank Vogel che passa dal salvare la panchina dopo ogni vittoria a fare un passo verso l'esonero dopo ogni brutta figura. Una, due, cinque, dieci, venti sconfitte arrivate allo stesso modo, uguali e coerenti nel loro rappresentare al meglio lo psicodramma in casa giallo-viola che inevitabilmente sembra condurre a una rivoluzione clamorosa ormai all'orizzonte.

Un mercato che non farà prigionieri e potrebbe interessare praticamente tutto il roster, James escluso, alla ricerca dei nomi in grado di non vanificare l'eccezionale stato di forma del nativo di Akron che per quanto responsabile sia nella scelta dei suoi compagni di avventura, continua a giocare a ritmi che di umano hanno ben poco considerata l'età, 37 anni, le stagioni in NBA, 19, e il chilometraggio che grava sulle sue gambe, oltre 60.000 minuti. È evidente che, a questo punto, accogliere con soddisfazione i traguardi che si aggiornano dopo ogni partita diventa complesso, se il record di squadra continua a piangere e non c'è traccia di un segnale netto di inversione di marcia. Un record che peraltro potrebbe costare carissimo a Frank Vogel, sul banco degli imputati da più di qualche settimana.

La nottata da incubo appena trascorsa e culminata con la sconfitta casalinga contro una delle squadre più in difficoltà della lega, gli Indiana Pacers, come da abitudine in casa los-angelina, ha visto un po' tutti gli elementi del mix letale: primo tempo sontuoso di LeBron James, in attacco ma anche in difesa, secondo tempo in cui col calare dell'intensità del numero 6 i Lakers non hanno sostanzialmente avuto nulla da Russell Westbrook, ancor meno da Trevor Ariza e Avery Bradley (tutt'ora titolari nonostante sia Austin Reaves che Stanley Johnson diano tutt'altro equilibrio in difesa) e hanno faticato anche a trovare continuità visti i continui cambi di lineups di Frank Vogel per poi crollare, nel finale, per una serie di dormite nella loro metà campo tra le quali spicca quella di Carmelo Anthony.

Vogel contro Westbrook

I quasi 4 minuti finali, nei quali Vogel ha addirittura lasciato seduto in panchina Russell Westbrook, sono forse il manifesto dell'esasperazione raggiunta anche dallo staff tecnico nella gestione di questo gruppo, con il coach che a fine gara ha semplicemente motivato la scelta sostenendo di aver scelto i giocatori ritenuti capace di portare la squadra alla vittoria e lanciando un segnale non indifferente a dirigenza e giocatore stesso, fino a quel momento estremamente negativo, e andato via infuriato dalla Crypto.com Arena senza parlare nemmeno coi giornalisti. Nel road-trip che ora attende i Lakers (6 gare lontano dalla California) è prevedibile che ogni singola partita sarà preceduta da ulteriori voci su un imminente allontanamento di Vogel, ormai scaricato anche da un roster che come spesso accaduto a squadre di James è partito male e nel peggior momento dell'anno, chiesta la testa dell'allenatore, finirà quasi con l'auto-gestirsi fino a rendere comunque necessario ricorrere al mercato per ricostruirlo dalle fondamenta. L'inerzia ormai è chiara e molto difficilmente, a queste condizioni, la stagione dei Lakers cambierà se non con decisioni di un certo tipo, anche molto drastiche. La tempesta è sempre più vicina.

45 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views