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Il covid terrorizza la NBA: contagi schizzati nelle ultime ore, c’è chi chiede una nuova sospensione

La situazione in America sembra drasticamente peggiorare dopo le positività dell’ultima settimana. Tra allenamenti cancellati e partite rinviate.
A cura di Luca Mazzella
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Il covid-19 torna a far paura ai giganti NBA. Con la variante Omicron che inizia ad affacciarsi con decisione negli Stati Uniti (attualmente si stima sia alla base del 3% circa dei contagi totali) e il primo giocatore (di cui non è stato divulgato il nome) colpito da quest'ultima, i numeri iniziano a farsi nuovamente preoccupanti. Dopo i focolai dei Chicago Bulls con la sospensione delle partite di Ball e soci contro i Pistons nella notte tra martedì e mercoledì e contro i Raptors stanotte, e la situazione in casa Brooklyn Nets che con 7 giocatori colpiti sono ricorsi in fretta e furia ad una delle firme suppletive consentite dal protocollo NBA per sostituire gli indisponibili, è arrivata proprio in questi minuti la notizia dell'allenamento cancellato da parte dei Sacramento Kings. Che, come riporta il puntuale Adrian Wojnarowski, pone anche un enorme punto interrogativo sulla partita di venerdì contro i Memphis Grizzlies viste le positività di coach Gentry e dei giocatori Marvin Bagley e Terence Davis. Nel frattempo, i Raptors hanno già deciso di abbattere del 50% la capienza dell'Air Canada Centre.

Il 97% dei giocatori è attualmente vaccinato e circa 200 di questi si sono già sottoposti alla terza dose. Ma come detto e ridetto, l’essere vaccinati non esclude la possibilità di contrarre e trasmettere il virus, pur azzerandone praticamente la potenza e abbattendone i rischi. E così, in questo momento, il numero dei positivi è raddoppiato rispetto ad appena 5 giorni fa, con l’ultimo nome eccellente di Giannis Antetokounmpo, MVP delle ultime Finals, tra i 60 nel protocollo di cui 43 entrati nelle ultime due settimane, che si è unito ad un altro MVP come James Harden. Il tutto è conseguenza anche della presa leggermente allentata dalla lega sui controlli, non più quotidiani nel caso di roster interamente vaccinati, ma che sopraggiungono solo in caso di contagi o sintomi para-influenzali sovrapponibili quindi a quelli del covid-19. Ecco perché NBA e NBPA, già nella serata di ieri, avevano lasciato intendere di essere pronte a una nuova stretta su test e tamponi, per evitare di ricadere nelle sospensioni di massa che – pur con un calendario pensato con un apposito slot per eventuali gare da recuperare – rischierebbe nuovamente di essere stravolto.

Nel frattempo, c'è chi chiede già di sospendere la stagione prima che la situazione sfugga nuovamente di mano e con un Christmas Day all'orizzonte, da sempre fiore all'occhiello del calendario NBA, che rischia di diventare una conta dei giocatori fuori dai vari protocolli, considerando che le positività recentemente emerse porteranno nei prossimi giorni a ulteriori contagi come avvenuto per i Nets, di fatto "colpiti" poco dopo aver affrontato i Bulls già alle prese con giocatori positivi. Un'altra patata bollente che in queste ore verrà recapitata nelle mani del Commissioner Silver, nuovamente alle prese con i difficili incastri di calendario, i diritti televisivi, i milioni di dollari in palio e la salute della lega da tutelare.

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