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Gli ultrà del Genoa: “Tornare a giocare in Serie A? Vergognatevi, schiavi del denaro”

Durissimo comunicato degli ultras del Genoa della gradinata Nord di ‘ Via Armenia 5r,’ contro la decisione di far ripartire il campionato fermato dall’emergenza coronavirus: “Questa stagione per noi è finita non perché ci volete fuori, ma perché con un simile governo del calcio non vogliamo avere nulla a che fare”
A cura di Marco Beltrami
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Tutti i club di Serie A hanno dato la propria disponibilità a concludere la stagione, a patto che siano garantite le massime condizioni di sicurezza ai giocatori. Una situazione che non è stata gradita agli ultrà del Genoa che hanno deciso di rompere il silenzio contro il mondo del pallone. Il gruppo organizzato dei tifosi della gradinata Nord di ‘Via Armenia 5r, ha diramato una nota molto dura contro la decisione di provare a tornare in campo riprendendo il torneo fermato dal Coronavirus

Gli ultrà del Genoa contro la decisione di far ripartire il campionato fermato dall'emergenza coronavirus

Gli ultras del Genoa della gradinata Nord di ‘ Via Armenia 5r non hanno usato mezzi termini per criticare la scelta da parte del proprio club e di tutti gli altri del campionato di Serie A di fare il possibile per concludere la stagione: "Questa stagione per noi è finita non perché ci volete fuori, ma perché con un simile governo del calcio non vogliamo avere nulla a che fare. Per noi il pallone, a queste condizioni, si è sgonfiato. Tenetevi questo baraccone vuoto e, se avete un briciolo di dignità, vergognatevi!".

I tamponi, le tv, e le porte chiuse: gli ultrà del Genoa contro tutti

I sostenitori rossoblu hanno puntato il dito contro presidenti e addetti ai lavori, polemizzando sul caso dei tamponi. Tutti i tesserati infatti nel caso di ritorno in campo dovrebbero sottoporsi a controlli costanti: "Voi presidenti siete asserviti alle televisioni, siete schiavi del loro denaro, voi non decidete ma siete dei pupazzi nelle loro mani. Si prospetta -prosegue la nota- l'utilizzo di strumenti come i tamponi per calciatori e addetti ai lavori, per poi non garantirli a tutti i cittadini. Tutto questo dopo due mesi di emergenza e con quasi 25 mila morti tra i quali 200 fra medici e infermieri a che non hanno avuto la possibilità di fare il tampone". "È inaccettabile – conclude la nota degli ultras rossoblù facendo riferimento alla necessità di giocare a porte chiuse -. Non esiste il minimo rispetto. Che cosa pensate possa essere il football senza gente? I giocatori quando segneranno un gol penseranno di esultare verso gli spalti vuoti? Ci vuole dignità".

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