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Ultime notizie sulle condizioni di Alex Zanardi

“Zanardi non è sempre cosciente, fatica a tenere gli occhi aperti”

Luca Poli, il cappellano del centro riabilitativo in cui si trova lo sfortunato atleta, ha potuto visitare l’ex pilota, ha dato la sua testimonianza e ha parlato delle condizioni di Zanardi: “Alex è cosciente un po’ sì e un po’ no, a momenti. Ha fatto un lungo viaggio e faceva fatica a tenere gli occhi aperti”.
A cura di Alessio Morra
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Alex Zanardi è stato trasferito dal Policlinico ‘Le Scotte’ di Siena a Villa Beretta, un centro riabilitativo d’eccellenza nel lecchese. L’ex pilota ora sta iniziando una nuova sfida, che sarà lunga e faticosa. Il medico che lo ha in cura ha detto che sarà come scalare l’Himalaya. Il cappellano del centro, Luca Poli, ha invece dichiarato che Zanardi è cosciente.

La testimonianza del cappellano Luca Poli

In ambulanza Zanardi è arrivato a Villa Beretta, in pochi lo sapevano e c’erano, per fortuna, pochi curiosi e un paio di telecamere. Parlando con ‘La Gazzetta dello Sport’ Luca Poli, il cappellano della struttura, ha detto di aver avuto modo di vedere Zanardi e ha raccontato le sue impressioni:

Alex è cosciente un po’ si e un po’ no, a momenti. Speriamo, perché quell’uomo è un simbolo. Dopo il viaggio era molto stanco. L’ho visto per poco tempo e credo avesse tutto il diritto di essere provato da un viaggio del genere. Quando uno è così stanco non ha voglia di tenere gli occhi aperti, cerca di stare un po’ assopito. No, non mi ha stretto la mano. Sono stato un po’ lontano perché per il momento siamo pregati non avvicinare i pazienti. Quell’uomo ha una vitalità incredibile ed è fortunato perché ha una bella famiglia.

Zanardi deve scalare l’Himalaya

Il medico che ha in cura il quattro volte oro Paralimpico, il dottor Franco Molteni, ha detto apertamente che la situazione di Zanardi è molto complicata, ma lui e tutti i suoi collaboratori ce la metteranno tutta, come fanno per ogni paziente.

Quello che posso dire è che in questo momento lui è davanti all'Himalaya. Non possiamo essere stupidamente ottimisti e avere ora la certezza che arriverà in cima, ma non possiamo nemmeno essere preventivamente disfattisti e dirci sicuri che non ce la farà. È qui soltanto da due giorni e dall’incidente è passato un mese. Una cosa la sappiamo: siamo molto determinati. I miracoli non li fa nessuno e qui nessuno pensa di essere onnipotente ma faremo tutto ciò che sarà possibile fare, come facciamo sempre con i nostri pazienti.

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