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Presentato il team di rifugiati per le Olimpiadi di Parigi 2024: 36 atleti, due arrivano dall’Italia

Bach accoglie a braccia aperte la squadra dei rifugiati «Messaggio di speranza per i 100 milioni di rifugiati nel mondo». Nella delegazione anche due atleti che vivono in Italia.
A cura di Gabriele Mento
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Da rifugiati ad atleti olimpici. Saranno 36 gli atleti che a Parigi gareggeranno sotto la bandiera del Cio, in rappresentanza dei 100 milioni di persone rifugiate nel mondo. Dopo l'esperienza delle Olimpiadi di Tokyo nel 2021, il Comitato olimpico internazionale ha deciso di ripetere l'esperienza del team dei rifugiati, con atleti che provengono da 11 nazioni diverse e competeranno in 12 sport tra cui nuoto, atletica, lotta libera, taekwondo e sollevamento pesi.

«Esempio di resilienza ed eccellenza»

Il presidente del Cio Thomas Bach ha annunciato oggi, durante una cerimonia alla Olympic House di Losanna, la formazione del team dei rifugiati. «Vi accogliamo a braccia aperte, siete un arricchimento per la comunità olimpica e la società. Con la vostra partecipazione ai Giochi, dimostrate il potenziale umano di resilienza ed eccellenza. Così manderete un messaggio di speranza  per i 100 milioni di sfollati nel mondo».

Due atleti vivono in Italia

Tra gli atleti che gareggeranno in Francia, parteciperanno due atleti residenti in Italia. Iman Mahdavi gareggerà nella lotta libera,  viene dall'Iran, dove è stato per sette volte campione nazionale juniores, e nel 2020 è scappato dal suo paese. Storia simile a quella di Hadi Tiranvalipour, che dopo essere stato per otto anni nella squadra nazionale iraniana di taekwondo vincendo gare nazionali e internazionali, nel 2022 è stato costretto a lasciare il proprio paese. «Troppo spesso la narrazione che li riguarda mette in luce solo i bisogni primari tralasciando il talento, il coraggio e la determinazione che portano con sé» ha dichiarato Chiara Cardoletti, rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino.

La storia di Masomah Ali Zada

Capo delegazione della spedizione sarà Masomah Ali Zada, che aveva fatto parte della squadra agli scorsi giochi e dal 2022 fa parte della commissione atleti. È nata in Afghanistan, ma è stata costretta all'esilio in Iran quando era bambina. Dopo qualche anno è tornata nel suo paese d'origine, iscrivendosi anche all'università e facendo ciclismo. Queste sue attività si sono scontrate con l'astio della parte più conservativa della sua città, portando su di sé e la sua famiglia a chiedere nel 2016 asilo in Francia. Sulla storia di Masomah, è stato prodotto anche un documentario “Les Petites Reines de Kaboul".

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