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È morto Tibor Benedek: la pallanuoto italiana è in lutto

Vincitore dell’Oro a Sydney 2000, Atene 2004 e Pechino 2008, e grande protagonista dei trionfi della Pro Recco, Tibor Benedek è scomparso nelle ultime ore all’età di 48 anni e a causa di un male incurabile. “Addio grande Tibor, non ti dimenticheremo mai!”, ha scritto la società ligure sul proprio sito internet.
A cura di Alberto Pucci
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Protagonista con la nazionale ungherese e vincitore di tre medaglie d'oro ai giochi olimpici di Sydney 2000, Atene 2004 e Pechino 2008, Tibor Benedek è scomparso nelle ultime ore a causa di un male incurabile. L'ex pallanuotista della Roma Nuoto e della Pro Recco, che avrebbe festeggiato il suo 48esimo compleanno il prossimo 12 luglio, ha dunque lasciato un vuoto incolmabile tra i famigliari e i molti tifosi che, alla notizia della sua morte, lo hanno ricordato sui social network.

Definito uno dei più grandi fuoriclasse di sempre, e mai dimenticato dagli appassionati italiani, Tibor Benedek ha ricevuto anche l'ultimo commosso saluto dalla dirigenza della Pro Recco: squadra con la quale ha giocato per otto anni, indossando la fascia da capitano e alzando al cielo quattro Champions League, sei Scudetti, quattro Coppe Italia, quattro Supercoppe Europee e una Lega Adriatica.

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Le condoglianze della Pro Recco

"Tibor era un uomo straordinario anche fuori dall'acqua, un professionista umile e carismatico che ha dimostrato nei fatti la partecipazione e il coinvolgimento alla causa recchelina – ha commentato la società ligure sul proprio sito – Le più sentite condoglianze da parte di tutta la società a familiari e amici. Addio grande Tibor, hai scritto un pezzo della nostra storia: non ti dimenticheremo mai!".

Un grande ricordo Tibor Benedek lo ha lasciato anche nella Capitale, dove dopo essere arrivato nel '96 riesce a vincere il tricolore nel 1999 battendo il Posillipo in finale. Oltre ai trionfi e alle grandi soddisfazioni sportive, nella sua carriera c'è stata anche la macchia di una positività ad un anabolizzante: un brutto episodio che costò all'ungherese una squalifica imposta dalla Federazione di otto mesi.

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