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Medaglie olimpiche, italiani più ricchi d’Europa: britannici per la gloria

Gli atleti azzurri incassano 150mila euro per ogni oro, 75mila euro per ogni argento e 50mila per ogni bronzo: in Europa nessuno come loro. In Gran Bretagna niente premi, gli Stati Uniti si fermano a 25mila dollari.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Non tutte le medaglie hanno lo stesso valore economico: dall'Italia a Singapore, le differenze sono enormi. Ogni paese, del resto, decide liberamente quanto destinare agli atleti che vincono medaglie alle Olimpiadi. E non mancano i casi "curiosi". L'Italia è quella che destina più di tutte le nazioni europee ai propri atleti: un oro, ad esempio, vale un premio di 150mila euro (agli ultimi giochi olimpici era di 140mila), uno da 75mila per l'argento ed uno da 50mila per il bronzo.

Cifre importanti: Niccolò Campriani, che ha portato a casa ben due ori, incasserà dunque un bottino da trecentomila euro. In Europa nessuna nazione sfiora queeste cifre: la Francia si ferma a quota 50mila euro, la Germania arriva a 15mila. La Gran Bretagna, invece, fa economia: nessun premio economico ai propri atleti, gli unici dunque a gareggiare per "puro" spirito olimpico. E che non potranno neppure "sperare" nel valore della medaglia stessa: in quella d'oro, di oro vero e proprio, ce ne sono appena 6 grammi, e dunque il valore di mercato è intorno ai 500 euro. Altrove però la situazione è molto diversa: gli Stati Uniti "pagano" 25mila ogni oro, e tutto sommato meglio così visto che a metà Olimpiadi sono già a quota 26.

Singapore non scherza: finora un unico oro, quello di Joseph Schooling che è riuscito nell'impresa di battere Phelps. Incasserà circa 700mila dollari americani, praticamente più di quanto incasserà invece lo stesso Phelps, che ne ha vinte 23. La Malesia paga invece in lingotti d'oro: al cambio attuale, vale circa 650mila euro. Taiwan paga i propri ori circa 640mila dollari, non male anche l'Azerbaigian che ne paga 500mila. L'India mette a disposizione 150mila dollari americani, che vuol dire 10 milioni di rupie locali: una fortuna. Unica "pecca", la tassazione: i premi in denari, infatti, sono soggetti a regolare tassazione, visto che (soprattutto in Italia), finiscono nella dichiarazione dei redditi. A far festa, dunque, è anche il Fisco.

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