L’oro del salto in lungo scagionato dal doping grazie alle telecamere di un ospedale: si vede tutto

Wang Jianan è un nome di primissimo piano dell'atletica leggera mondiale: il 29enne saltatore in lungo cinese ha vinto la medaglia d'oro ai Mondiali di Eugene nel 2022. La sua carriera sembrava essere stata stroncata nel novembre dello scorso anno, quando è risultato positivo a un controllo antidoping fuori competizione per terbutalina, un principio attivo che agisce come broncodilatatore ed è per questo usato come medicinale per asma, bronchite e crisi respiratorie, rilassando i muscoli dei bronchi e facilitando il passaggio dell'aria. La vicenda si è invece conclusa positivamente per Wang, che è stato prosciolto grazie alle immagini delle telecamere di sicurezza dell'ospedale dove aveva accompagnato un familiare per un trattamento con la sostanza in questione.
Wang Jianan positivo alla terbutalina, le telecamere dell'ospedale lo scagionano: inalazione passiva
Fin dall'inizio, il lunghista cinese aveva negato a spada tratta di essersi dopato consapevolmente, sostenendo che la sostanza fosse entrata nel suo corpo per inalazione passiva. Un paio di giorni prima del test positivo, Wang aveva accompagnato un familiare malato in ospedale per un trattamento con terbutalina, nebulizzata tramite aerosol. Essendo vicino al dispositivo, aveva inalato anche lui tracce minime della sostanza, inserita nell'elenco di quelle vietate a livello mondiale dalla WADA.
Il motivo del divieto di assunzione per gli atleti è che le tipologie di sostanze come la terbutalina (ovvero i beta agonisti) non solo migliorano la respirazione (possibili vantaggi aerobici), ma stimolano anche il sistema nervoso e in dosi alte possono avere anche effetti anabolici, ovvero favorire l'aumento di massa muscolare.

Dopo che Wang è risultato positivo all'inizio di novembre 2024, l'agenzia antidoping cinese ha avviato un'indagine, che ha concluso che l'atleta ha detto la verità. La positività era dovuta a una inalazione involontaria: il lunghista aveva davvero accompagnato un familiare in ospedale e durante una nebulizzazione avrebbe respirato particelle della sostanza. Decisive per l'assoluzione sono state le telecamere di sorveglianza dell'ospedale, che documentavano la presenza di Wang vicino al familiare entro una distanza compatibile con la minima contaminazione riscontrata.
Un esperto indipendente ha infatti stimato che la concentrazione di terbutalina rilevata nella provetta corrispondeva a una inalazione passiva, non a un’assunzione volontaria o intenzionale. Dopo la revisione del caso, l'Athletics Integrity Unit ha accettato la spiegazione e ritirato il ricorso che aveva inizialmente presentato. Quindi il caso è chiuso e Wang è stato ufficialmente dichiarato "non colpevole": per lui nessuna sanzione, né squalifica né multa.