
Termina un nuovo anno e siamo ancora qui a dispensare cinquine sui migliori azzurri della nostra breve vita divisa in 365 giorni. Non ci sono grandi lotte al vertice in un anno senza Olimpiadi e Mondiali o Europei di calcio (che poi, anche se ci fossero stati…). Il pentadrumvirato, quindi, sembra di facile decodifica. Eccoli i nostri migliori sportivi italiani 2025, che devono essere criticati e stracciati da chi legge, altrimenti non c’è sfizio.
Federica Brignone
Dopo la prima vittoria della Coppa del Mondo generale nel 2020, molti hanno avanzato pretese e sospetti: non c'è stata Shiffrin quasi per tutto l'anno, era l'anno del Covid e si è chiusa prima, è stato un caso fortuito per un'atleta che non è al livello né dell'americana, né di qualche altra grande polivalente in giro per il Circo bianco. Federica Brignone si è messa in tasca tutte queste dicerie e ha continuato a sciare, vincendo medaglie olimpiche, mondiali e gare di Coppa del mondo, senza badarci. Poi arriva il 26 ottobre 2024, prima gara della nuova Coppa del Mondo sul ghiacciaio Rettenbach di Sölden e decide di iniziare una cavalcata selvaggia verso l'apoteosi.

Nell'ultima Coppa del mondo Brignone ha vinto 5 slalom giganti, 3 SuperG e addirittura 2 Discese libere, una delle quali nella grande classica a Garmisch-Partenkirchen. Con queste vittorie e una costanza di rendimento perpetua, ha vinto la Coppa del mondo generale con più di 300 punti su Lara Gut-Behrami, la coppa di Discesa, superando Cornelia Hütter e Sofia Goggia, quella di Slalom gigante, mettendo alle spalle Alice Robinson e perdendo quella di SuperG per 35 punti. Un'annata a dir poco clamorosa che doveva chiudersi con un "dolcetto" finale ai Campionati italiani a Moena. Durante lo Slalom gigante cade e si rompe il piatto tibiale e la testa del perone della gamba sinistra, oltre al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Tutto questo prima della stagione che porta alle Olimpiadi della vita, in casa nel febbraio del 2026. È stata l'atleta dell'anno in tutto, grandezza e dolore, scintillazione e tormento, meraviglia e patimento. Potrebbe essere però l'ultima Federica Brignone che vedremo all’opera, almeno al livello raggiunto. Ma che bel ballo è stato il 2025 per un'atleta che ha saputo crescere e inventarsi sempre nuovi obiettivi e modi per raggiungerli.
Sarah Fahr
All’interno del gomitolo sbrilluccicoso della Nazionale femminile di volley, diventata campione mondiale un anno dopo essere divenuta campione olimpica, la scelta fra le atlete migliori si ingarbuglia all’eccesso. Abbiamo uno dei primi cinque migliori opposti al mondo, la pallavolista che mette giù i palloni “mondiali”, Paola Egonu, ma abbiamo anche un altro opposto che rientra in quella lista di cinque, Ekaterina Antropova, l’atleta che ha supplito alle mancanze della prima dandoci punti e gioco fondamentali in momenti di un percorso frastagliato e difficile. Ma abbiamo anche il miglior libero al mondo, questo in senso assoluto, Monica De Gennaro, purtroppo all’ultimo ballo con la maglia azzurra (Moki, ripensaci per LA 2028) e una regista, Alessia Orro, finalmente esaltata e esaltante per la sua capacità di mettere in ritmo tutta la squadra, per non parlare di una schiacciatrice senza paure come Myriam Sylla. Ci sarebbe da mettere la foto di squadra, in cui ovviamente deve essere presente anche il deus ex machina, Julio “El Profe” Velasco, ma per sottolineare la grandezza di una squadra che è già storia, è giusto premiare una giocatrice davvero unica, che nessuno ha, che tutti vorrebbero imitare, la centrale Sarah Fahr.

Fahr è una giocatrice straordinaria, capace di attaccare con percentuali senza respiro, essere una minaccia costante a muro, tanto da influire sul gioco avversario, nel costante tentativo di trovare contromisure per tenere le sue mani lontane dai palloni senza riuscirci ed è anche una leader ascoltata da tutte in campo e fuori. Se c’è una giocatrice dominante nella nostra Nazionale di regine, Sarah Fahr svetta e vince senza soluzione di continuità. Solo in questo 2025 con Conegliano ha vinto il Campionato italiano, la Coppa Italia, la Supercoppa italiana a inizio stagione, la CEV Champions League e con la Nazionale la VNL e il Mondiale. I centrali magari non fanno tanta cassetta e poster adolescenziali, ma vincono le partite e i trofei.
Mattia Furlani
Il 2025 di Mattia Furlani è stato la conferma da parte di un ente scientifico internazionale che la scia luminosa intravista nel cielo era davvero qualcosa di magico. Si inizia con gli Europei indoor di Apeldoorn, dove conquista un argento alle spalle del bulgaro Bozhidar Sarâboyukov, che all'inizio si pensava fosse il vento dell'Est capace di disordinare i piani del predestinato. Le cose però si rimettono subito a posto quando ai Mondiali indoor di Nanchino non solo vince l'oro, il primo grande primo posto internazionale della sua carriera, ma batte anche il lunghista che sembrava irraggiungibile, il greco Miltiadis Tentoglou. Non è un fuoco di paglia, un po' perché tutti sanno da anni che Mattia Furlani sarebbe atterrato un passo più in là, un po' perché un mese prima a Toruń aveva piazzato il suo record personale e nazionale indoor con 8,39.

Si passa all'aperto e la storia ricomincia da dove si era fermata. In Diamond League, quando partecipa più che altro prova, si allena, lascia spazio agli altri che vincono, da Simone Ehammer a Wayne Pinnock, poi c'è il grande evento stagionale e ci si concentra davvero. Iniziano i Mondiali di Tokyo e cambia la musica. Si qualifica senza strafare con un buon 8,07, ma Tentoglu fa 8,17, il favorito è lui. In gara i salti su carta e su pietra per i posteri dicono: nullo; 8,13; nullo; 8,22; 8,39 e 8,07 finale e dorato. Tentoglu non va, solo 7,83, il vero avversario è il giamaicano Tajay Gale che al quarto salto sale a 8.34, L'8,39 di Furlani al quinto, il salto della vittoria, è il momento più "esplosione azzurra" di quest'anno.
Chiara Pellacani
I Mondiali "dell'acqua" 2025, svoltisi a Singapore sono stati di nuovo storici per la nostra Nazionale. Tra le corsie 7 medaglie, oltretutto con atleti non arrivati nelle massime condizioni possibili, nel nuoto in acque libere ben sei argenti con Paltrinieri trascinatore, nel nuoto artistico ben 3 medaglie totali e un discreto cammino anche per le squadre di pallanuoto, con la sconfitta dei maschi ai quarti contro una Grecia in formissima e quarti raggiunti anche dalle donne sconfitte dall'Ungheria poi argento. Insomma grandi Mondiali, ma i tuffi? A tirare la carretta nei tuffi ci ha pensato una ragazza del 2002, che studia in America e cresce ogni giorno di più.

Chiara Pellacani aveva vinto a maggio gli Europei da 1 metro, era arrivata seconda nel sincro misto con Matteo Santoro e aveva conquistato anche il bronzo nella prova a squadre. È ai Mondiali però che fa il botto: subito bronzo nell'adorato trampolino da un metro, dietro una spaziale Maddison Keeney, poi un bronzo dal valore inestimabile nel trampolino 3 metri (specialità olimpica) dietro alle fenomeni cinesi Chen Yiwen e Che Jia e infine l'apoteosi: con Matteo Santoro vince la gara da tre metri mista, battendo sia la Keeney che il duo cinese. In tutto questo a fine anno si è laureata in Psicologia all'Università di Miami. Una ragazza totale.
Jannik Sinner
Che fai, ci metti di nuovo Sinner? Solo cinque anni a fa un italiano che avesse vinto Wimbledon in quale città gli avremmo intitolato una strada e un palazzetto dello sport (per cominciare)? Non dobbiamo dare per poco stupefacente quello che Jannik Sinner fa ogni anno, perché noi, da italiani, non lo abbiamo mai visto e immaginato. Oltre al torneo inglese, dentro il pacco natalizio ha messo anche un altro Slam, AO vinti per la seconda volta di fila, due finali slam con il Roland Garros sfiorato per millimetri, il Master senza perdere un set, oltre a varie ed eventuali durante il cammino. Certo, quest'anno non è un sole nella penombra del tennis italiano perché altri hanno brillato.

Musetti ha raggiunto livelli da top-10, infatti è andato al Master e in primavera sembrava il primo degli umani dopo Jannikone e Alcaraz, con il raggiungimento di una semifinale al Roland Garros. Ma bisogna parlare anche di Cobolli e di Berrettini che ci hanno portato la terza Coppa Davis di fila, vincendo tutte le loro sfide nella fase finale. Se a questi poi ci aggiungi Jasmine Paolini, che vince gli Internazionali d'Italia in singolare e in doppio e il Roland Garros sempre con Sara Errani e la vittoria delle atlete azzurre nella Billie Jean King Cup per il secondo anno consecutivo, vien da sé ricalcare la sontuosità dell'intero movimento, mai così profondo nella storia. Ma di lui, di Jannik non bisogna mai dimenticarsi, perché è il sole dell'intero sistema planetario e anche la stella che ci guiderà nel futuro.