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Conor McGregor è stato sotto effetto di ibogaina per 36 ore: “Ho visto come sarebbe la mia morte”

Conor McGregor racconta la sua esperienza ‘trasformativa’ con un trattamento psichedelico a Tijuana: è stato sotto effetto di ibogaina per 36 ore. L’ex campione UFC ha affermato di aver “visto la propria morte” e di aver avuto una profonda esperienza spirituale incontrando Gesù.
A cura di Vito Lamorte
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Conor McGregor, ex campione UFC, ha recentemente raccontato un’esperienza che definisce “l’evento più illuminante” della sua vita: un trattamento psichedelico a Tijuana, in Messico, durante il quale ha affermato di aver “visto la propria morte” e di aver avuto una profonda esperienza spirituale incontrando Gesù.

Secondo McGregor, questa terapia non solo gli ha permesso di affrontare traumi personali, ma ha avuto un impatto positivo anche sulla sua famiglia, proteggendola da potenziali tragedie.

McGregor sotto effetto di ibogaina per 36 ore: cosa dicono i protocolli

L’atleta irlandese, 37 anni, ha spiegato di essersi sottoposto al trattamento dopo un periodo di silenzio sui social media, seguendo protocolli supervisionati da medici della Stanford University. Presso la clinica AMBIO di Tijuana, McGregor ha assunto ibogaina, un alcaloide estratto dalla pianta africana Tabernanthe iboga, rimanendo sotto i suoi effetti per 36 ore.

Al risveglio, ha dichiarato di sentirsi completamente rinato: “Ero di nuovo me stesso. È stata l’esperienza più intensa e rivelatrice della mia vita. Questa terapia vale ogni sforzo: mi ha salvato la vita e, di conseguenza, anche quella della mia famiglia”.

Durante la sessione, McGregor ha raccontato di aver avuto visioni della propria morte, osservando il modo in cui la sua assenza avrebbe influenzato i figli, e di aver vissuto momenti di intensa esperienza spirituale. Ha descritto di aver percepito la presenza di Dio, Gesù, Maria e degli arcangeli, ricevendo simbolicamente una corona e provando una sensazione di guarigione completa per mente, cuore e anima.

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Cos'è l'ibogaina e per quale terapia viene usata

L’ibogaina è al centro di studi scientifici per il suo potenziale trattamento di dipendenze, traumi cranici, ansia e depressione, ma non è approvata negli Stati Uniti per uso medico e presenta rischi significativi. Ricerche recenti suggeriscono che, se combinata con magnesio, potrebbe aiutare veterani con lesioni cerebrali a ridurre i sintomi dello stress post-traumatico.

Per molti veterani, le ferite più gravi della guerra non sono visibili: traumi cranici causati da esplosioni o colpi alla testa rappresentano una delle principali fonti di disturbo post-traumatico da stress, ansia, depressione e persino suicidio. Le terapie tradizionali hanno spesso mostrato limiti nel trattare le conseguenze a lungo termine di questi traumi, lasciando molti ex militari senza opzioni efficaci.

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Recenti studi condotti da ricercatori di Stanford Medicine indicano che l’ibogaina, un farmaco psicoattivo di origine vegetale, può offrire benefici significativi se somministrata insieme al magnesio per proteggere la funzione cardiaca. Secondo i dati, questa combinazione riduce in modo sicuro ed efficace sintomi di disturbo post-traumatico da stress, ansia e depressione, migliorando al contempo le capacità funzionali dei veterani colpiti da trauma cranico.

McGregor ha descritto l’esperienza come “molto dura, ma assolutamente trasformativa”. Non ha menzionato un uso terapeutico specifico per le dipendenze, ma ha condiviso contenuti scientifici sull’argomento. L’ex pugile irlandese sostiene che questa esperienza gli abbia offerto “un’altra possibilità” e rafforzato la sua fede cristiana: “Sono cristiano. Dio è reale. Gesù è reale. Mi ha salvato”, ha scritto sui social.

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Nonostante il ritorno all’attenzione pubblica, il suo rientro nell’ottagono resta incerto: McGregor non combatte dal luglio 2021, quando si ruppe una gamba contro Dustin Poirier, e dovrà scontare una sospensione di 18 mesi per violazioni ai protocolli anti-doping, che gli impedirà di competere fino al marzo 2026.

Questa esperienza segna un capitolo nuovo nella vita del combattente irlandese, tra introspezione spirituale e riflessioni sul futuro, sia dentro che fuori dal ring.

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