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Adani recita l’epitaffio sportivo di Allegri, non salva niente: “E non parlo neanche del gioco”

Lele Adani commenta l’esonero di Massimiliano Allegri dalla Juventus: l’attacco al tecnico livornese lascia stare perfino la qualità del gioco, cavallo di battaglia di Adani, e affonda il colpo proprio sul tema più caro ad Allegri.
A cura di Paolo Fiorenza
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Massimiliano Allegri è ormai il passato per la Juventus, un passato che non tornerà mai più, visto il tono del comunicato con cui la società bianconera ha esonerato il tecnico livornese dopo "taluni comportamenti tenuti durante e dopo la finale di Coppa Italia che la società ha ritenuto non compatibili con i valori della Juventus". Il passaggio della nota in cui si dice che "si conclude un periodo di collaborazione" assomiglia ad una pietra tombale sul nome di Allegri, del quale ci pensa poi Lele Adani a recitare l'epitaffio sportivo.

L'ex calciatore emiliano del resto già aveva fatto capire con un eloquente post su Instagram, in cui osservava assorto l'immagine di ‘Padre Tempo', come ritenesse l'epilogo della vicenda assolutamente giusto. Le sue parole alla Domenica Sportiva scandiscono una requisitoria che non salva niente degli ultimi tre anni di Allegri alla Juve. Adani si concede perfino il lusso di non affondare il colpo sul piano del (non) gioco espresso dai bianconeri, condannando il tecnico toscano proprio sul terreno a lui caro, quello pragmatico dei risultati.

Lele Adani era seduto sulla riva del fiume da tempo per veder passare Allegri
Lele Adani era seduto sulla riva del fiume da tempo per veder passare Allegri

"Proprio in virtù del primo percorso che secondo me è stato completamente positivo, il secondo percorso – senza stare a dare solo la colpa a lui, perché sennò sbagliamo in partenza – aveva delle basi che cominciavano da lui. Perché lui doveva essere la certezza, la garanzia di connessione ai massimi livelli per arrivare ai successi. Cioè, era lui la garanzia, il mandato era molto forte, molto oneroso, per tornare un po' indietro, sconfessando i percorsi che avevano portato le due coppe in ambito nazionale di Pirlo e il successo di Sarri, e richiamando lui per un altro tipo di calcio che portasse successi", è la premessa di Adani, che poi snocciola i dati a suo dire inconfutabili.

"La verità è che la Juventus non ha mai, mai trovato la competitività, arrivando 16 punti, 18 punti, adesso è più di 25 punti, da chi ha vinto lo Scudetto, nei tre anni di Allegri – spiega Adani – Ha partecipato a 10 competizioni e ha vinto solo l'ultima Coppa Italia, perché ci sono altre due Coppe Italia, c'è la Supercoppa Italiana decisa da Sanchez nel 2022, c'è l'Europa League dove la Juve non è arrivata in finale, ci sono le figure in Champions League, l'ottavo di finale perso malamente in casa col Villarreal, col Maccabi ha perso e fece il più brutto girone della storia della Champions League, la Juventus di Allegri".

Massimiliano Allegri si toglie la giacca e con quella anche la casacca della Juventus
Massimiliano Allegri si toglie la giacca e con quella anche la casacca della Juventus

Questo è il primo punto, poi ce ne sono altri due ugualmente senza appello per Allegri: "Poi c'è lo svilimento del patrimonio dei calciatori, nessun calciatore è migliorato. Anche i forti non sono diventati più forti, i giovani pagati tanto non sono cresciuti. Qualcuno secondo me da accompagnare c'è, come Cambiaso. Ma a fronte di continui investimenti della società, la Juventus non è cresciuta. E non parlo nemmeno del tipo di offerta calcistica. E poi secondo me va sottolineato il comportamento finale: quello che è accaduto non è passabile".

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