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L'amica geniale 4

L’amica geniale 4, Fabrizio Gifuni: “Accettare Nino Sarratore è stato un guaio, non conoscevo libri e serie”

La conferenza stampa de L’Amica Geniale 4 – Storia della bambina perduta in diretta dalla Festa del cinema di Roma. Partecipano Alba Rohrwacher, Irene Maiorino e Fabrizio Gifuni, insieme alla regista della quarta stagione, Laura Bispuri.
A cura di Eleonora D'Amore
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La conferenza stampa de L'Amica Geniale 4 – Storia della bambina perduta in diretta dalla Festa del cinema di Roma. Partecipano Alba Rohrwacher, Irene Maiorino e Fabrizio Gifuni, insieme alla regista Laura Bispuri, al creatore e regista della serie Saverio Costanzo e ai produttori Lorenzo Mieli e Domenico Procacci.

Alba Rohrwacher – Elena Greco

Ho rispettato molto il percorso di Margherita Mazzucco nel ruolo di Lenù, anche perché l'ho seguita sin dall'inizio, dalle prime stagioni, Abbiamo passato ore insieme in sala di doppiaggio, in parte è stato un percorso naturale. Il giorno in cui abbiamo girato l'ultimo episodio della terza serie, quello in cui si passano il testimone allo specchio nel bagno dell'aereo, eravamo vestite uguali, pettinate allo stesso modo, i nostri sguardi si sono cercati e trovati. Nella quarta stagione c'è un processo di appropriazione del personaggio, ma fa parte di tutto il percorso. 

Irene Maiorino – Lila Cerullo

Emancipazione femminile, lotta di genere e di classe accomunano sia Lila che Lenù, ma lo fanno in modo diverso. Il diverso e la dualità, valori universali che appartengono un po' a tutti. Io ho preso il testimone di Lila e ho cercato di rispettarla in tutto, soprattutto di raccogliere l'eredità di Gaia Girace con grande rispetto. Nel finale vedrete una Lila che mi appartiene davvero. Con Gaia Girace non ci eravamo mai incontrate per mia volontà, però devo dire che quando ci siamo viste è stato incredibile, ci siamo fissate per un po' e l'effetto era dirompente. 

Fabrizio Gifuni / Nino Sarratore

Io ero quasi completamente a digiuno de L'Amica geniale, non avevo mai affrontato i quattro libri nonostante ne avessi letto altri di Elena Ferrante. Non avevo idea del guaio in cui mi stavo andando a ficcare con Nino Sarratore (ride, ndr). Ho avuto qualche dubbio iniziale sulla voglia di passare quasi un anno di riprese in compagnia di questo individuo. Nino è un catalizzatore di odio, difficile da sostenere, quindi la sfida è stata la caccia a dei brandelli di luce che potessero un minimo riabilitarlo ai miei occhi. Questo anche perché nella quarta stagione è la caduta, la trasformazione di un ragazzo affascinante in un uomo ridicolo, il picco massimo del suo narcisismo, il re è nudo, insomma. Mi sono dovuto prendere sulle spalle il suo tonfo ma in me è prevalsa la passione per questo lavoro, spero si noti. Molto spesso i personaggi ti possono restare addosso e io, ad oggi, ne ho interpretati tanti e molto diversi tra loro, senza una netta definizione di genere. È una festa per chi come me fa questo mestiere e penso anche per il pubblico. Nino ha anche la maledizione della stirpe, provenendo da cotanto padre, e questo ha reso ancora più difficile la ricerca di una luce in lui.

Saverio Costanzo, creatore de L'Amica Geniale

Ho sempre pensato che Laura Bispuri aveva sempre mostrato una grande eleganza nei suoi lavori e una grande capacità di gestire personaggi femminili anche pericolosi. Lo è elegante non perché è una donna, non credo nella questione di genere nell’arte. Dieci episodi tutti girati da un solo regista è stata un’impresa epica, non era scontato.

La regista Laura Bispuri

Una sfida grandissima, quando Saverio Costanzo me l'ha proposto mi ha emozionato soprattutto la fiducia. Avevo un rispetto ossequioso verso le stagioni passate e quindi mi sentivo di entrare in punta di piedi, allo stesso tempo volevo portare anche del mio. Il cambio del cast portava di per sé un bisogno di cambiare le cose. Grandi attori e attrici, un lavoro immenso, abbiamo cercato di entrare nell’anima, nelle loro minime sfumature.

Domenico Procacci

È stata una sinergia perfetta anche con Lorenzo Mieli, che ci ha condotto verso la realizzazione di un progetto così importante. Credo sia stata una buona intuizione quella di lavorare su questi libri, quando erano ancora due. Lo abbiamo capito quando la Ferrante fever non era ancora scoppiata. Sono felice anche per i giovanissimi talenti che hanno lavorato con noi. Anche per la regia abbiamo avuto quattro registi che hanno combinato la loro autorialità con quella di Ferrante, restituendo una visione d'insieme importante. Il bilancio è molto positivo.

Lorenzo Mieli 

È stato un viaggio di incastri, di tante voci che dovevano incontrare quella di Elena Ferrante. Un'esperienza di portata mondiale, resa possibile da tutti i grandi professionisti di questo progetto.

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