
Dal 18,9% della prima puntata, L'Isola dei Famosi 2025 era crollato al 13,3% di share, mercoledì 28 maggio, per poi risalire man mano, lentamente, verso 1.799.000 spettatori con uno share del 15% di ieri sera. Un altro reality Mediaset chiacchierato come l'ennesimo flop ma stavolta sentenziare fissando i numeri potrebbe essere sbagliato. Cerchiamo di spiegare perché questa edizione sta pagando lo scotto di una coda reputazionale decisamente negativa per i reality show e di pregiudizi per tutto ciò che è associato alla parola nomination.
Veronica Gentili e Simona Ventura hanno la giusta misura alla conduzione, è un ‘Eva con Eva' bello da vedere. I concorrenti sono dotati di un ragionevole indice di fama e sanno generare dinamiche che puntano anche ai temi e non solo alla caciara. L'inviato in Honduras, il buon Pierpaolo Pretelli, potrebbe avere più spazio e giocarselo al massimo delle sue potenzialità, ma sembra comunque fare un egregio lavoro di moderazione in Palapa. Niente trash eccessivo, tante storie di vita diverse, un reality che torna a voler, a suo modo, parlare alla gente. Ma allora, cosa non sta funzionando?
La risposta potrebbe essere molto semplice: non funziona più il genere. La bulimia da h24, questo continuo occhio indiscreto che segue un cast di concorrenti più o meno consapevoli delle telecamere, l'illusione di poter davvero guardare da uno spioncino a fronte di una porta apparentemente sfondata, sono tutti elementi che hanno ceduto il passo alla presunzione di finzione. La percezione è che il pubblico fatichi a non vedere attaccati ai loro corpi dei fili che muovono le famose dinamiche di gioco e orientano l'offerta in puntata. È come se della realtà fosse rimasto solo il brand. A furia di masticarlo e sputarlo (De André mi perdoni), anche il format è finito nel vortice dei pregiudizi che a un certo punto gli ha impedito di essere visto. Quest'anno, in fila: Grande Fratello, La Talpa e The Couple, una débâcle. A rimetterci adesso rischia proprio L'Isola, che invece ha alzato l'asticella.

Sette i ritiri in nemmeno tre settimane: Antonella Mosetti, Angelo Famao, Leonardo Brum, Nunzio Stancampiano, Spadino, Camila Giorgi e Carly Tommasini. A fronteggiare i naufraghi sempre più affamati e stanchi c'è la conduzione in studio che punta l'occhio di bue sulle ideologie (e sul corpo) di Mario Adinolfi, fosse solo per spostare l'attenzione da un piatto di polpette al sugo a tematiche tipo la questione di genere, le famiglie arcobaleno e, in generale, tutto ciò che possa scontrarsi in un frontale con il concetto di "famiglia tradizionale". Il fine non è quello di spingere alla sbarra quanto più di alimentare un dibattito che possa aprire alla convergenza nella diversità di pensiero o alla presa di posizione nei confronti delle posizioni più estremiste e irragionevoli.

Ci sono le storie, quelle che Piersilvio Berlusconi tanto auspicava nell'inizio di questo percorso di riabilitazione dei reality, come quelle di Chiara Balistreri vittima delle violenze del suo ex fidanzato, al momento a processo mentre lei è ancora in Honduras. Ci sono i temperamenti più miti di Loredana Cannata e Cristina Plevani ben mixati con le intemperanze, pur sempre composte, di personaggi come Teresanna Pugliese. E poi ci sono gli outsider come Dino Giarrusso, confinato nel limbo di una spiaggia che fatica a sostenere i suoi confessionali.
C'è un po' di tutto su quest'Isola, che non ha mai dimostrato di essere all'ultima spiaggia. Ed è un peccato che un lavoro corale finalizzato alla costruzione di un'identità e non al solito rimescolamento di ingredienti ormai scaduti sia stato risolto con risultati tiepidi e a tratti deludenti. La valutazione in chiusura, anticipata solo nel numero delle settimane ma non in quello delle puntate (le stuoie verranno arrotolate per il rientro in Italia mercoledì 2 luglio), dovrebbe evitare di arenarsi sul riscontro dell'Auditel per consentire una riflessione diversa sul genere, il reality appunto, e i disastri che la sovraesposizione ha generato. Ché mangiare pizza tutti i giorni per mesi, un po' di intolleranza al lievito pure te la provoca.
