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Paolo Del Debbio corregge l’ospite: “Non siamo tre toscani, siamo un livornese, un fiorentino e un lucchese”

La gag di Paolo Del Debbio che corregge la sua ospite Paola De Micheli: “Non siamo 3 toscani qui: siamo un livornese, un fiorentino e un lucchese!”. Pucciarelli di Repubblica aggiunge un dettaglio che arricchisce la gag: “E per fortuna non c’è nessun pisano”.
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A Paolo Del Debbio non bisogna dare del toscano. Nella puntata di Dritto e Rovescio, in onda giovedì 23 ottobre, il conduttore ha messo le cose in chiaro con la sua ospite, il ministro delle infrastrutture e dei trasporti sotto il governo Conte, Paola De Micheli. È un momento che racconta l'Italia meglio di qualsiasi cosa, un grande spaccato di tv genuina, tipica à la Del Debbio.

Il "grave" errore della De Micheli: "Qui non siamo tre toscani!"

La scena si apre con l'onorevole Paola De Micheli del Partito Democratico che parla di "tre toscani" presenti in studio. Si riferisce al giornalista di Repubblica Matteo Pucciarelli, con il portavoce di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli e allo stesso conduttore Paolo Del Debbio. Un'affermazione che sarebbe passata inosservata, ma definire genericamente "tre toscani" davanti a quel tipo di toscani non è stata una scelta saggia.

Infatti, prima di mandare in onda la pubblicità, Del Debbio sente il bisogno di ristabilire un concetto. Con il tono di chi sta correggendo un'imprecisione storica di capitale importanza, precisa: "Non siamo 3 toscani qui: siamo un livornese, un fiorentino e un lucchese!". Perché in Toscana, come in gran parte d'Italia, il campanile non è solo una struttura architettonica ma un confine simbolico invalicabile.

La stoccata ai pisani

Ma il meglio deve ancora venire. Pucciarelli, da livornese, coglie l'occasione al volo, e aggiunge il dettaglio che arricchisce la gag: "E per fortuna non c'è nessun pisano". Del Debbio ribadisce il concetto, sancendo così quello che è un dato di fatto universalmente riconosciuto in Toscana: l'esistenza di una rivalità atavica con Pisa. Perché non importa se sei di Livorno, Firenze, Lucca, Siena o Arezzo. Su un punto tutti i toscani concordano: meglio non essere pisani. È una regola non scritta che attraversa i secoli, che si tramanda nel detto più famoso: "Meglio un morto in casa, che un pisano all'uscio!". 

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