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Opinioni

La battaglia tra Affari Tuoi e La Ruota della Fortuna continua, ma il problema è un altro: rischiamo di stancarci

La Rai taglia minuti ad Affari Tuoi nella guerra con La Ruota della Fortuna. Ma il rischio è l’effetto Steiner: massimo impatto, obsolescenza istantanea. Del resto, persino l’uomo sulla Luna annoiò lo spettatore dopo un po’.
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La guerra è finita. O meglio, la Rai ha deciso di tirarsi fuori dalla contesa. Una sorta di tregua unilaterale. Williams Di Liberatore, direttore Intrattenimento Prime Time, ha annunciato che Affari Tuoi verrà accorciato per "consentire una partenza adeguata della programmazione di prima serata". La mossa, già in fase di perfezionamento dopo alcuni test della settimana scorsa, viene presentata come una scelta virtuosa "orientata al rispetto dei telespettatori".

Ma chiamiamola con il suo nome: è un passo indietro. Dopo settimane in cui tutti, addetti ai lavori e osservatori, hanno celebrato la trasformazione del preserale nella "vera prima serata d'Italia", arriva un passo indietro che potrebbe essere salvifico. Affari Tuoi con Stefano De Martino e La Ruota della Fortuna con Gerry Scotti si sono sfidati a colpi di strategie sempre più aggressive, di timing calibrati al secondo, di investimenti milionari. E ora la Rai fa dietrofront. Non è una bandiera bianca, ma una rinuncia a quei minuti preziosi che avevano trasformato l'access prime time in un campo di battaglia.

"È una ottimizzazione fatta sulla base delle serate e della lunghezza dei programmi che seguono e che precedono Affari Tuoi, cercando di non penalizzare di molto la performance degli ascolti", spiega Di Liberatore. Traduzione: abbiamo capito che stiamo cannibalizzando la prima serata per vincere una battaglia che forse non vale la guerra. Il direttore chiude con un auspicio: "Spero che tale decisione possa essere funzionale ad adottare meccanismi virtuosi, anche da parte degli altri editori".

In altre parole: ragazzi, fermiamoci tutti prima che sia troppo tardi.

Ma tardi per cosa? Qui entra in gioco un paradosso che nessuno sembra voler vedere. Mentre tutti celebrano gli ascolti stellari (perché tali sono una platea di 11 milioni di telespettatori da dividersi per due) mentre i social si incendiano per ogni puntata, mentre Mediaset e Rai investono risorse sempre maggiori in questa sfida, nessuno si chiede: e se stessimo assistendo non alla nascita di una nuova era televisiva, ma al suo canto del cigno?

La condanna di Steiner: massimo impatto, istantanea obsolescenza

Georg Steiner, filosofo e critico letterario, aveva intuito il meccanismo perverso della società dei consumi: ogni prodotto deve generare massimo impatto e istantanea obsolescenza. Più un oggetto, un contenuto, un'esperienza ci gratifica nell'immediato, prima lo cestiniamo per cercare la prossima novità in grado di rilasciare dopamina e ossitocina.

Affari Tuoi e La Ruota della Fortuna stanno giocando esattamente su questo schema. Ogni sera offrono il loro picco di emozioni: la tensione per il pacco giusto, l'adrenalina della ruota che gira, il dramma delle scelte sbagliate, l'euforia delle vincite. Massima gratificazione, massima presenza nei trend social, massima attenzione mediatica. Ma proprio questa sovrabbondanza di stimoli potrebbe essere la loro condanna. Di questo passo, alla fine della stagione televisiva, ci avremo già stancato. Ci avranno saziato, saturato, annoiato. Avremo bisogno di altro, di diverso, di nuovo.

Facciamo un esempio. Più di 500 milioni di persone, tra il 20 e il 21 luglio 1969, videro Neil Armstrong compiere i primi passi sulla Luna. L'umanità realizzava il sogno più grande della sua storia. L'impossibile diventava realtà in diretta televisiva. Un anno dopo, la NASA dovette tagliare tre missioni lunari. Le missioni terminarono definitivamente nel 1972. Perché? La gente si era stufata. Vedere astronauti che saltellano sul suolo lunare era diventato ripetitivo. La meraviglia era evaporata. Il pubblico voleva riavere il suo normale palinsesto, non altri "noisi" allunaggi. Il governo americano, pressato dall'opinione pubblica, definanziò il programma.

Pensateci bene: l'umanità si annoiò di vedere uomini camminare sulla Luna. In meno di tre anni, quello che era il culmine dell'avventura umana era diventato un fastidio che interrompeva le trasmissioni serali. Se ci siamo stancati della Luna, quanto ci vorrà per stancarci di Gennarino e del pacco nero?

Il preserale che divora se stesso

La decisione di Di Liberatore di accorciare Affari Tuoi non è dunque solo una mossa tattica per salvare la prima serata. È il primo segnale che qualcosa si sta incrinando. La Rai forse ha capito che questa corsa forsennata agli ascolti del preserale, questa trasformazione dell'access prime time nel momento clou della serata, questa battaglia senza esclusione di colpi con Mediaset, potrebbe essere insostenibile.

Non economicamente. Non strategicamente. Ma psicologicamente, per il pubblico.

Perché ogni sera offriamo la stessa struttura emotiva: attesa, tensione, climax, risoluzione. Ogni sera gli stessi meccanismi, le stesse dinamiche, le stesse emozioni preconfezionate. È un loop perfetto che funziona oggi, che funzionerà domani, che funzionerà dopodomani. Ma tra sei mesi? Tra un anno?

La Ruota della Fortuna che chiude con dieci minuti di ritardo per massimizzare l'impatto. Affari Tuoi che distribuisce un milione di euro al mese per tenere alta l'attenzione. Sono tattiche di guerra, certo. Ma sono anche sintomi di una dipendenza che sta raggiungendo livelli insostenibili. Stiamo pompando dopamina nel sistema fino al sovraccarico. E quando il sistema va in sovraccarico, non ti dà più piacere. Ti dà nausea.

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Gennaro Marco Duello (1983) è un giornalista professionista e scrittore. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa di Napoli. Lavora a Fanpage.it dal 2011. È autore di "Un male purissimo" (Rogiosi, 2022) e "California Milk Bar - La voragine di Secondigliano" (Rogiosi, 2023). "Un desiderio di ieri" (2025) è il suo ultimo romanzo. 
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