Carlo Fuortes: “Con 90 euro, il canone Rai è il più basso d’Europa”
In Italia il valore unitario del canone Rai è il "più basso d'Europa". L'importo è pari a 90 euro, una somma decisamente distante da quella degli altri paesi, tanto da renderla "una risorsa incongrua rispetto agli obblighi e alle attività che la Rai svolge". A riferirlo è l'amministratore delegato dalla Rai, Carlo Fuortes, parlando in commissione Lavori pubblici e Senato.
Il confronto con il resto d'Europa
In Italia, il valore unitario del canone Rai è di 90 euro. Di questi, però, l'azienda ne percepisce solamente l'86%, vale a dire poco più di 74 euro, dal momento che lo Stato ne trattiene una percentuale sul gettito. Per questo motivo, spiega Fuortes, questa somma è "una risorsa incongrua rispetto agli obblighi e alle attività che la Rai svolge ed è tenuta a svolgere". La cifra quindi è ritenuta troppo bassa, specie se confrontata con il resto d'Europa, in particolare con Svizzera e Austria, "paesi nei quali l'importo è superiore o pari a 300 euro". Non molto diversa è la situazione in Germania e Gran Bretagna, nelle quali "è pari rispettivamente a 220 e 185 euro", e anche in Francia, dove il canone ammonta a "183 euro, oltre il 50% in più rispetto all'Italia".
"Una risorsa incongrua"
Secondo Fuortes, una cifra così bassa rende il canone Rai una "risorsa incongrua", rispetto a quelli che sono gli obblighi e le attività che l'azienda è tenuta a svolgere quotidianamente. Questo valore rende praticamente "quasi irrilevante" la compresenza degli introiti compensativi che arrivano dalla raccolta pubblicitaria. E a tal proposito, sulla prospettiva di abolire la pubblicità, Fuortes non ha dubbi: "É assolutamente impossibile avere un finanziamento solo con il canone, nel caso venga abolita la pubblicità il canone dovrebbe essere senz'altro aumentato".