Rossella Erra e la frecciata prima di Ballando: “C’è chi dimentica che siamo la Rai e parla a vanvera per distruggere”

C'è un momento nella vita dove tutto sembra crollare, o comunque dove tutto ti mette a dura prova. Per Rossella Erra, quel momento è arrivato a 43 anni, con la precisione chirurgica di chi subisce il lutto più grande, perdere una madre, e la disfatta professionale, perdere il lavoro. "Mi sono sentita una donna inutile, come moglie, madre, professionista", confessa al podcast "Forte e Chiaro" di Rose Chiacchierini. "A 43 anni perdo il lavoro e mia mamma, e contemporaneamente mi sono sentita una fallita", racconta Rossella, e in quelle parole c'è tutto il peso di una donna che si è vista crollare addosso le certezze di una vita. Nell'intervista, a pochi giorni dall'inizio di Ballando con le stelle, anche una frecciata che non è passata inosservata: "Siamo la Rai, dobbiamo pensare che le nostre parole possono distruggere, molti se lo dimenticano e parlano a vanvera".
La rinascita di Rossella Erra
Chi conosce Rossella Erra sa che non è mai stata una che le manda a dire. Diretta, schietta, a volte persino tagliente. Un contraltare perfetto per la giuria, infatti lei è la tribuna del popolo. Ma quello che forse non tutti sanno è che dietro quella corazza si nasconde una sensibilità che ha radici profonde nel dolore personale. "Se c'è qualcuno accanto a me, che viene demolito, vado in soccorso", rivela, e questa frase racchiude tutta la sua evoluzione umana. È come se quel crollo a 43 anni l'avesse trasformata. "Non voglio più sentirmi così", dice con una determinazione che sa di promessa sacra.
Il peso delle parole in Rai: la frecciata
Quando difende qualcuno che viene "demolito" nel corso del programma, spiega Rossella, che sta in realtà proteggendo quella parte di sé che un tempo è stata distrutta. Ecco allora che queste parole appaiono come una frecciata diretta a qualcuno in giuria a Ballando con le stelle:
Della mia parola probabilmente non se ne farà nulla, ma magari a casa ci sarà qualcuno che mi ascolta e troverà il coraggio di fare un'azione nella vita privata. Io sono in Rai e devo sempre pensare che c'è qualcuno in Rai che dalle mie parole può trovare forza oppure distruzione. Molti se lo dimenticano questo e parlano a vanvera.
Il riferimento non è esplicito, ma è chiaro come l'acqua. È il contrasto tra chi usa le parole come armi e chi le usa come medicine.