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Nanni Moretti sul lutto nazionale per Berlusconi: “Inappropriato per chi ha disprezzato le regole”

Il regista parla di quanto accaduto il 12 giugno, con l’omaggio nazionale per l’ex presidente del Consiglio, aggiungendo: “Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono anche gli eredi di questo modo di fare politica”.
A cura di Andrea Parrella
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"Assolutamente inappropriato", questo è il commento di Nanni Moretti per la celebrazione dei funerali di Silvio Berlusconi. Le parole del regista arrivano da un'intervista a Le Monde, in occasione del lancio in Francia del suo film Il Sol dell'Avvenire, con la locandina ormai celebre che lo vede a bordo di un monopattino, parafrasando l'illustrazione che aveva segnato il celebre poster di Caro Diario.

Nanni Moretti risponde così alla domanda su cosa gli avesse ispirato la morte di Silvio Berlusconi, il 12 giugno scorso, quando i funerali di Stato erano stati accompagnati da una giornata di lutto nazionale. E il regista, che più volte si è espresso contro l'ex presidente del Consiglio, facendoci addirittura un film nel 2006, Il Caimano, ha commentato in modo piuttosto deciso la cosa: "Non saremmo qui a parlarne se in Italia esistesse una legge antitrust e una legge sul conflitto di interessi come nelle democrazie sane e serie". Secondo Nanni Moretti è questo vulnus che, di fatto, ha consentito a Berlusconi l'ascesa politica che gli ha permesso di raggiungere la condizione acquisita negli anni.

"Il lutto nazionale per un uomo che ha disprezzato le regole mi è parso del tutto inappropriato", specifica Nanni Moretti aggiungendo un commento all'attuale governo e i rappresentanti della destra italiana: "Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono anche gli eredi di questo modo di fare politica". Per Moretti è curioso parlare di coalizione di centrodestra, che definisce un'espressione bizzarra: "L'elettorato italiano è sempre stato maggioritariamente di destra. All'epoca in cui il Paese era diviso tra Dc e Pci, queste forze riuscivano a parlarsi. Avevano un passato comune, la Resistenza, la nascita della Repubblica".

Per Moretti l'ingresso in politica di Berlusconi, nel 1994, avrebbe spazzato via questo elemento di memoria, con i due elettorati che da quel momento hanno smesso di comunicare: "Come se avesse liberato gli istinti più abietti dell'elettorato di destra, che la Dc aveva, sino ad allora, circoscritto ad un perimetro costituzionale". 

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