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Morto Gianfranco Butinar, l’addio dalla famiglia di Franco Califano: “Buty, salutaci il maestro”

La famiglia di Franco Califano saluta Gianfranco Butinar, morto a 51 anni nella notte per un infarto. Con un post su Instagram, a corredo di una foto del comico insieme al cantautore, le parole: “Bruttissima giornata. Buty, salutaci il maestro”.
A cura di Gaia Martino
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La famiglia di Franco Califano, attraverso i social, ha reso omaggio a Gianfranco Butinar, comico e imitatore romano morto nella notte tra il 5 e 6 giugno nella sua abitazione a 51 anni a causa di un infarto. Aveva nel suo repertorio più di cento voci, ma tra le sue interpretazioni migliori c'era quella di Franco Califano con il quale aveva un rapporto profondo. In un'intervista Butinar raccontò che lo considerava il suo "padre artistico". La famiglia del cantautore lo ha ricordato con un post: "Ciao Buty, salutaci il maestro".

L'omaggio della famiglia di Franco Califano a Gianfranco Butinar

"Oggi è una bruttissima giornata per la nostra famiglia, il nostro amico Gianfranco Butinar ci ha lasciato stanotte. Ciao buty, salutaci il maestro". Con queste parole la famiglia di Franco Califano, con un post nel profilo Instagram del cantautore da lei gestito, ha salutato e reso omaggio a Gianfranco Butinar. A corredo del testo una vecchia foto del cantautore, morto nel 2013, e il comico.

Nel 2014 Butinar aveva interpretato il Califfo nel film Non escludo il ritorno di Stefano Calvagno, che racconta le esperienze di vita di Califano.

Il rapporto tra Gianfranco Butinar e Franco Califano

Gianfranco Butinar è stato accanto a Franco Califano per circa 22 anni e per lui fu un "padre artistico" – come lui stesso raccontò in un'intervista – "Era un fratello maggiore, una persona di famiglia che mi ha dato tantissimo. Un galantuomo, una persona che tolta la corazza, era molto sensibile". Ricordando le esperienze insieme a lui, a Romait.it dichiarò:

Era meraviglioso soprattutto quando trascorrevi tante ore in auto, durante i viaggi. Una volta mentre ascoltavamo la radio mi dice: "Sto caz*o de Minghi… si sente pure sotto le gallerie. Ha una fortuna!". Gli spiegavo però che era la buonissima ricezione della stazione che trasmetteva la canzone. Ma lui insisteva: "Allora perché a me non mi si sente mai?". In effetti ricordo anche quando ai piani alti non era voluto. Ricordo le battaglie di Fiorello, nelle quali si sono dati una mano a vicenda ai tempi di Stasera pago io.

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