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L’incontro tra il Ministro Giuli e i lavoratori del cinema: tax credit, decreto correttivo e cosa cambia per accedere

C’è stato un confronto per il bene del cinema molto costruttivo e pare fosse inatteso. Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, con il sottosegretario Lucia Borgonzoni e il direttore generale Cinema e Audiovisivo Nicola Borrelli, hanno incontrato i rappresentanti del cinema, con referenti Claudio Santamaria e Beppe Fiorello, e stabilito i confini del decreto correttivo per il tax credit destinato al cinema. Ecco come funziona, cosa cambia e come si accede adesso.
A cura di Eleonora D'Amore
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C'è stato un confronto per il bene del cinema molto costruttivo e pare fosse inatteso. I toni sono stati concilianti, è stato riconosciuto un rallentamento grave nella revisione del tax credit, che ha generato complicazioni per una parte significativa del settore audiovisivo. Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, con il sottosegretario Lucia Borgonzoni e il direttore generale Cinema e Audiovisivo Nicola Borrelli, hanno ricevuto (venerdì 6 giugno) una delegazione di alcuni esponenti del mondo del cinema, insieme agli attori Claudio Santamaria e Beppe Fiorello, per illustrare i contenuti del decreto interministeriale di riforma delle agevolazioni fiscali a favore dell'industria cinematografica.

Gli attacchi a Elio Germano e Geppi Cucciari

Dopo la lettera dei lavoratori del cinema e la lunga lista di firme raccolte, è apparso necessario un momento di distensione che fungesse da segnale per un settore messo in ginocchio. Le parti hanno concordato sull'obiettivo di salvare il cinema in un momento di forte crisi nelle produzioni soprattutto minori e indipendenti, che si staccano dal concetto di mero incasso per inserirsi in quello di sperimentazione e scoperta. La sottolineatura si è armata di evidenziatore sul nome di Elio Germano, ingiustamente "attaccato" per aver manifestato dissenso e richiesto un tavolo di risoluzione.

Come lui, anche Geppi Cucciari, in sede di presentazione David di Donatello, davanti a Mattarella, e Pupi Avati, che durante il ritiro del suo premio alla carriera ha gridato dal palco: "L'opulenza che vedo a questi premi, non è quella del cinema. Serve di più dell'iniziativa Cinema Revolution, con i biglietti a 3 euro, facciamo qualcosa per salvare il settore".

Due nuovi obblighi nel decreto correttivo per il cinema

Il provvedimento, entrato in vigore nella stessa data, con la pubblicazione sul sito del MiC, va a modificare i criteri di assegnazione e riconoscimento del tax credit per le aziende cinematografiche e dell'audiovisivo, correggendo alcune distorsioni e inserendo maggiore equità, efficienza ed efficacia nell'utilizzo delle risorse pubbliche. All'incontro erano presenti Claudio Santamaria, Giuseppe Fiorello, Andrea Occhipinti, Stefano Massenzi, Corrado Azzollini, Simonetta Amenta, Stefano Rulli, Vittoria Puccini e Dario Indelicato. Il provvedimento introduce anche due nuovi obblighi per i beneficiari di tale misura fiscale.

  1. Il primo riguarda la trasparenza delle spese di produzione: per una maggiore tracciabilità dei costi, le fatture, i documenti di spesa e la documentazione attestante i pagamenti di importo superiore ai 1.000 euro dovranno ora riportare obbligatoriamente l’indicazione del titolo dell’opera a cui si riferiscono. Prima era sufficiente l’attestazione del revisore dei conti della società produttrice per annoverare il costo tra quelli imputabili alla produzione di un’opera cinematografica.
  2. Il secondo concerne l’obbligo per il produttore beneficiario del credito di imposta a reinvestire entro cinque anni dal suo riconoscimento una quota dei proventi dell’opera nello sviluppo, nella produzione o nella distribuzione in Italia e all’estero di una o più nuove opere difficili, ossia: documentari; cortometraggi; opere prime e seconde; opere di giovani autori; opere di animazione non in grado di attrarre risorse finanziarie significative dal settore privato; con un costo di produzione inferiore ai 3.500.000 euro, ridotto a 1.000.000 euro per i documentari e 200.000 euro per i cortometraggi. Sono inoltre classificate come opere difficili sia i film che hanno ottenuto contributi selettivi, sia i film con un costo di produzione inferiore ai 3.500.000 euro, sia i film distribuiti in meno del 20% degli schermi attivi e che, in tutti e tre i casi, non siano in grado di attrarre risorse finanziarie significative dal settore privato.

I requisiti per accedere e le sanzioni: cosa cambia

Il decreto, inoltre, modifica i requisiti di circuitazione per accedere ai contributi selettivi e introduce la sanzione dell'esclusione per cinque anni dal tax credit per i beneficiari colpevoli di dichiarazioni mendaci, omessa documentazione o falsa documentazione o inadempienti riguardo l'obbligo di reinvestimento in opere difficili.

Le proposte della delegazione: dai bonus al welfare permanente

Inoltre la delegazione ha manifestato le seguenti proposte:

  • Continuare i tavoli tecnici per introdurre sia i controlli di qualità che permettano di evitare utilizzi incoerenti del credito fiscale sia massimali che limi9tino la possibilità di accumulo eccessivo del credito in singole imprese o gruppi di imprese.
  • Vigilare sull'effettivo assolvimento degli obblighi di investimento per televisioni e piattaforme e delle sotto-quote cinema, come strumento di sostegno al cinema che non incide sulla finanza pubblica.
  • Recupero anno contributivo 2024 e 2025 e un bonus una tantum per le lavoratrici e i lavoratori.
  • Costituzione di un osservatorio permanente sul settore per tracciare i reali numeri dell’indotto.
  • ⁠Costituzione di un welfare permanente e con criteri di accesso democratici per i lavoratori e le lavoratrici del settore.
  • Abbassamento dei giorni per il raggiungimento dell’anno contributivo ai fini pensionistici.

Claudio Santamaria: "Si è aperto un dialogo, speriamo continui"

"L'incontro è andato bene, speriamo che ne seguano altri. Si è aperto il dialogo, questa è la cosa importante. È positivo che sia durato due ore e mezza", così Claudio Santamaria ha commentato alle telecamere dei giornalisti che aspettavano fuori il cinema Quattro Fontane per raccogliere le dichiarazioni a caldo inerenti l'incontro con il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, sulla crisi del cinema. "Io ora vado via, torno a Milano perché sono il direttore del Milano Film Fest, che si sta tenendo in questi giorni", ha concluso. Per questo motivo è stato poi assente alla conferenza tenutasi con la stampa nel primo pomeriggio.

Beppe Fiorello: "Torniamo a toni tranquilli per il bene del settore"

Beppe Fiorello ha preso la parola durante l'incontro con la stampa tenutosi dopo quello con il Ministro. "Non si può dire che il cinema va bene, ha un problema perché i lavoratori non hanno più uno spazio per esprimersi", ha dichiarato, "la nostra è un'opera collettiva, con l'assenza di questo mestiere stanno a casa molte famiglie. Abbiamo parlato anche della dialettica e dei titoli dei giornali, con la richiesta di un ritorno al dialogo senza attacchi. Dobbiamo tornare a toni tranquilli, che non abbiamo acceso noi. Il ministro Giuli è stato in ascolto. Auguriamoci che il cinema torni ad essere un'industria fondamentale dal punto di vista economico e culturale".

Il commento del Ministro Giuli e del sottosegretario Borgonzoni

“Il dialogo e il confronto prevalgono sempre sulla sterile contrapposizione e sui pregiudizi, come dimostra il tenore dell’incontro di oggi che ha permesso di condividere con autorevoli esponenti del mondo del cinema i contenuti di un provvedimento molto atteso, che riformula il profilo le regole del tax credit per l’industria cinematografica ovviando alle distorsioni che avevano reso questo strumento costoso, inefficace e inefficiente nelle sue finalità. La circostanza ha consentito di instaurare un rapporto di reciproca fiducia e concordia”, ha dichiarato a margine il ministro Giuli. Il sottosegretario al Ministero della Cultura Lucia Borgonzoni ha aggiunto: “Momento di distensione e chiarificatore di cui si sentiva bisogno. Il lavoro di ascolto del settore proseguirà sempre più forte, perché il cinema per noi è uno strumento fondamentale di cultura e occupazione. Andavano corrette delle storture nel sistema, ma solo a vantaggio di chi onestamente e con passione, ci lavora”.

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